europea ha steso un rapporto molto ampio sul “Trattamento fiscale delle spese per ricerca e sviluppo” da cui è emerso che l’Italia, al pari di altri 9 Paesi membri, non ha una legislazione fiscale che chiarisca in modo preciso il concetto di “spesa per ricerca e sviluppo”. Tutto ciò rende difficile rilanciare l’obiettivo dello sviluppo tecnologico e dell’innovazione tramite l’utilizzo della leva fiscale. L’Italia è tra un ristretto numero di Paesi che lasciano al contribuente la facoltà di scegliere tra la deducibilità e l’ammortamento delle spese per ricerca e sviluppo, a differenza di altri Stati dove esistono vincoli molto più stringenti. Nonostante ciò, vi è anche un punto a nostro favore: le aziende italiane non sono soggette a particolari restrizioni temporali per l’investimento, che può avvenire anche fuori dalla nazione e può ottenere sgravi sulle imposte sul reddito. Inoltre, la spesa in ricerca data in subappalto può essere trattata come quella impegnata all’interno.
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