Il decreto Mef/Interno del 21 dicembre 2018 – in “Gazzetta Ufficiale” n. 3 del 4 gennaio 2019 – contiene l’aggiornamento del compenso dei revisori degli enti locali. L’aumento si applica dal 1° gennaio 2019 ed arriva dopo 13 anni che i compensi erano al palo.
Il Cndcec ha sostenuto che l’aumento previsto per i revisori è il frutto di una storica battaglia sostenuta dalla categoria, anche se “gli aumenti stabiliti dal decreto non risolvono certo del tutto il problema, specie per i colleghi che svolgono questa attività nei Comuni più piccoli”.
L’incremento sarà del 20,3% per i circa 8.000 revisori delle Regioni a statuto ordinario, con adeguamento al tasso d’inflazione. Invece, per i quasi 3.500 revisori dei Comuni con più di 5.000 abitanti, al 20,3% deve sommarsi un ulteriore incremento del 30%.
Secondo l’articolo 1 del decreto, il compenso base annuo lordo spettante ad ogni revisore dei comuni, delle province e delle città metropolitane è pari a quanto indicato nella tabella A allegata al decreto, con le seguenti maggiorazioni:
Le maggiorazioni sono cumulabili e i compensi devono intendersi al netto dell’IVA e dei contributi previdenziali posti a carico dell’ente da specifiche disposizioni di legge.
Poiché il decreto specifica che l’adeguamento del compenso deliberato dal consiglio dell’ente in relazione ai nuovi limiti massimi non ha effetto retroattivo, per i revisori in carica sarà necessaria l’apposita deliberazione da parte del consiglio dell’ente.
Il provvedimento dispone anche il rimborso delle spese di viaggio.
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