Reddito di ultima istanza, stop al pagamento dei 600 euro

Pubblicato il 10 aprile 2020

Bloccati i pagamenti del cd. “reddito di ultima istanza”, pari a 600 euro, ai professionisti iscritti alle Casse private. Il D.L. n. 23/2020 (cd. “Decreto liquidità”), pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 94 dell’8 aprile 2020, all’art. 34 ha modificato i requisiti d’accesso per ottenere l’indennità una tantum. Nello specifico, l’articolo menzionato afferma espressamente che, ai fini del riconoscimento dell’indennità di cui all’art. 44 del D.L. n. 18/2020 (ossia il “reddito di ultima istanza”), i professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria devono intendersi:

Reddito di ultima istanza, escluso chi ha anche un lavoro dipendente

Il recente intervento legislativo cambia radicalmente le carte in tavola sul fronte “reddito di ultima istanza”, in quanto l’aiuto economico non può essere erogato a chi, ad esempio, è titolare sia di reddito di lavoro autonomo (quindi iscritto alla Cassa previdenziale del proprio Albo di appartenenza) sia di reddito di lavoro dipendente (versando i contributi anche all’INPS).

Ciò ha determinato la temporanea sospensione dei pagamenti e di accoglimento delle nuove istanze, in attesa delle necessarie direttive ministeriali.

Reddito di ultima istanza, domanda da integrare con autocertificazione

Per risolvere la questione è possibile che le Casse private chiedano agli iscritti di produrre un’autocertificazione nella quale si attesti di non essere titolare anche di redditi da lavoro dipendente. In questo modo, ciascuna Cassa si assicura di non violare le nuove indicazioni del legislatore.

Reddito di ultima istanza, la posizione dei Commercialisti

La vicenda non è andata giù ai professionisti, soprattutto ai Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, che in un comunicato stampa pubblicato il 9 aprile 2020 sul portale Press, accolgono a caldo il commento del Presidente del CNDCEC, Massimo Miani: “Una vicenda gravissima, l’ennesima dimostrazione della superficialità e della disattenzione con le quali la politica approccia le questioni legate all’universo dei liberi professionisti italiani. E anche la dimostrazione di come finanche in questo frangente drammatico l’Italia soccomba a norme che cambiano nottetempo, farraginose, spesso incomprensibili. Quando l’emergenza sarà finita si dovrà affrontare di petto il tema di una burocrazia eccessiva che imbriglia il Paese, i suoi cittadini e la sua economia”.

“Le Casse – spiega Miani – erano già pronte ad erogare il bonus grazie anche al lavoro svolto nei giorni scorsi da migliaia di nostri colleghi che hanno inviato le richieste per i loro clienti liberi professionisti, facendo i salti mortali per interpretare norme del tutto incerte. Ora tutto si ferma incredibilmente, con un ulteriore allungamento dei tempi per l’erogazione di cifre comunque insufficienti per sostenere concretamente centinaia di migliaia di liberi professionisti che, esattamente come milioni di altri lavoratori italiani, stanno patendo gli effetti dell’emergenza. Avevamo duramente criticato il “Cura Italia” per la clamorosa disparità di trattamento riservata ai professionisti iscritti agli Ordini professionali – conclude – ma quello che succede oggi lascia davvero senza parole”.

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