Recovery Fund a copertura del cash flow tax

Pubblicato il 15 settembre 2020

Ernesto Maria Ruffini, nell’audizione alla Camera in merito alle risorse del Recovery Fund, insiste sulla cash flow tax. Si potrebbe utilizzare il Recovery Fund per la copertura finanziaria della riforma Irpef.

Il direttore dell’Agenzia delle entrate è convinto che sia necessario mettere mano alle modalità di determinazione dell’Irpef con il superamento dell’attuale versamento dell’imposta con il sistema degli acconti e del saldo, che non rispecchia l’effettivo andamento delle attività.

Torna, così, a riproporre un sistema di tassazione per cassa - Cash flow tax - per le persone fisiche titolari di partita Iva, con un versamento delle imposte mese per mese sulla base di quanto si incassa effettivamente e al netto di quanto si spende per svolgere la propria attività. I costi per gli investimenti in beni strumentali, ad esempio, potrebbero essere subito dedotti dal reddito.

Anche il calendario delle scadenze fiscali potrebbe essere ottimizzato, con il riallineamento al normale calendario delle attività dei cittadini, magari anche sfruttando adempimenti già esistenti, come, ad esempio, la liquidazione periodica Iva.

Sul nodo evidenziato dalle categorie interessate, ossia sulla moltiplicazione degli adempimenti di comunicazione (da effettuare mese per mese), il direttore dell’Agenzia delle Entrate prospetta un impegno a monte da parte dell’Agenzia: “Va evidenziato, infine, che l’Agenzia, con le informazioni disponibili nelle proprie banche dati, alla fine del periodo d’imposta, potrebbe predisporre la dichiarazione dei redditi precompilata per i soggetti titolari di partita Iva. Nello specifico, l’Agenzia sarebbe in grado di valorizzare i campi più significativi presenti nei quadri di determinazione del reddito d’impresa o di lavoro autonomo, consentendo al contribuente di concludere il proprio adempimento dichiarativo annuale con l’eventuale inserimento dei soli dati non conoscibili dall’Amministrazione finanziaria”.

Sul punto, si ricorda che il presidente Cndcec, Miani, ebbe a commentare: “Bene anche la proposta di accentuare la natura di cash flow del reddito dei professionisti e delle imprese che lo determinano per cassa, purché resti fermo che è da qui che si parte per poi eventualmente prevedere versamenti delle imposte sul reddito su base mensile: altrimenti vorrebbe dire che l’obiettivo è solo accelerare e stabilizzare gli incassi per l’Erario, lasciando contribuenti e commercialisti nella complicazione (non nella semplificazione) di calcolare basi imponibili e relative imposte dodici volte l’anno invece che una soltanto”.

Nella proposta del direttore Ruffini, il nuovo sistema potrebbe essere introdotto inizialmente per le imprese minori in contabilità semplificata e per le persone fisiche in regime di vantaggio e in quello forfetario, con una possibile estensione anche ai lavoratori autonomi, escludendo le società di capitali.

Nero su bianco gli elementi caratterizzanti del nuovo sistema di tassazione per cassa

Nell’audizione il direttore spiega gli elementi caratterizzanti del nuovo sistema:

  1.  tramite il pagamento in autoliquidazione da parte dello stesso contribuente alle scadenze mensili o trimestrali previste;
  2.  oppure tramite addebito diretto, ovviamente, previa sua autorizzazione e comunque senza l’obbligo di utilizzo di un conto corrente dedicato;
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