Il Garante per la protezione dei dati personali ha lanciato ufficialmente l’allarme su una possibile violazione della privacy, che coinvolge i conti correnti di quanti intendono chiedere all’INPS il Reddito di Cittadinanza (RdC). In particolare, in una memoria depositata nei giorni scorsi in commissione lavoro del Senato dal Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, vengono evidenziate una serie di criticità che potrebbero in qualche modo compromettere la sicurezza dei dati dei cittadini che nei prossimi mesi faranno istanza per ottenere il RdC.
Si ricorda, a tal proposito, che per fare domanda bisogna espletare alcuni adempimenti preliminari, uno su tutti la compilazione della DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica), utile al rilascio dell’attestazione ISEE, nel quale emergono i valori reddituali, patrimoniali (conti correnti ma anche altre forme di risparmio e di investimento) e finanziari, con riferimento a tutti i componenti il nucleo familiare.
Il problema, essenzialmente, riguarda la compilazione della DSU, che da quest’anno è precompilata a cura dell’INPS. Tale attività viene svolta in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, che fornisce all’Istituto previdenziale tutte le informazioni presenti nel Catasto e nell'Anagrafe tributaria. Tra queste informazioni sono comprese anche quelle sui rapporti finanziari con saldi e giacenze medie del patrimonio mobiliare di tutti i componenti il nucleo familiare.
Inoltre, come evidenzia il Garante, “il dichiarante avrà così a propria disposizione - sul sito dell’Inps o presso i Caf - non solo le informazioni da lui stesso fornite, ma anche quelle contenute nelle banche dati dell’Inps e dell’agenzia delle Entrate, inclusi i dati sui saldi dei rapporti finanziari e le relative giacenze medie, riferite a terzi, vale a dire tutti componenti del suo nucleo familiare”.
Ad avviso del Garante per la protezione dei dati personali non v'è dubbio che occorra "tutelare tali dati in modo adeguato, evitando anche soltanto il rischio di fraudolente sostituzioni di identità presso i Caf, ovvero di attacchi informatici, facilitati anche dal coinvolgimento degli stessi Caf e dei relativi sistemi informativi (non sempre adeguatamente protetti), nella filiera del trattamento".
Sono presenti, inoltre, rilevanti criticità nella disciplina del “monitoraggio” sull’utilizzo della carta RdC, ad opera dei beneficiari, ai quali è precluso l’utilizzo della stessa per partecipare a giochi che prevedano vincite in denaro o altre utilità. Al tal fine, si dispone che tutte le movimentazioni sulla carta siano messe a disposizione delle piattaforme digitali presso l’ANPAL e il Ministero del Lavoro, per il tramite del MEF.
In tale contesto, sottolinea il Garante, le legittime esigenze di verifica di eventuali abusi e comportamenti fraudolenti, si traducono in una sorveglianza su larga scala, continua e capillare sugli utilizzatori della carta, determinando così un’intrusione sproporzionata e ingiustificata su ogni aspetto della vita privata degli interessati.
Al riguardo, non può non essere evidenziato il palese contrasto di tali previsioni con le garanzie sancite dalla disciplina di protezione dati - e con effetto limitativo della discrezionalità legislativa oltre che amministrativa - a tutela dei diritti e delle libertà fondamentali dei cittadini, rispetto alle più varie forme di violazione.
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