Nella seduta del Consiglio dei ministri del 14 febbraio 2019 è stato approvato, tra gli altri provvedimenti, un disegno di legge che delega il Governo a riformare il pubblico impiego e la dirigenza della Pubblica amministrazione.
Si tratta di un Ddl, varato in esame definitivo, con cui l'Esecutivo viene delegato ad adottare, entro diciotto mesi, uno o più decreti legislativi volti al miglioramento della Pa, compresa una complessiva riforma del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni.
L'obiettivo della riforma – si legge nel comunicato di fine seduta del CDM – consisterebbe nell'individuazione di soluzioni concrete per garantire:
l’efficienza delle pubbliche amministrazioni;
il miglioramento dell’organizzazione amministrativa;
l’incremento della qualità dei servizi erogati.
In primo luogo, si interverrebbe mediante una riforma del rapporto di pubblico impiego che punti a valorizzare il merito, la competenza e le capacità organizzative e relazionali del personale.
La revisione interesserebbe i vari aspetti del rapporto, dall'accesso al pubblico impiego alla qualifica dirigenziale, dalle procedure di mobilità ai procedimenti di valutazione delle competenze e ai procedimenti disciplinari. Prevista anche l’elaborazione di testi unici.
Per quanto riguarda i dirigenti delle Pubbliche amministrazioni, verrebbe introdotto l’obbligo di adeguare la propria prestazione lavorativa alle esigenze dell’organizzazione e dell’incarico dirigenziale svolto, nonché a quelle connesse con la corretta gestione e il necessario coordinamento delle risorse umane.
Previsti anche:
l’istituzione di un sistema nazionale di valutazione della performance;
il coinvolgimento degli utenti in rapporto diretto con l’amministrazione;
l’utilizzazione di soggetti, anche estranei alla Pa, in possesso di un’effettiva competenza in materia di organizzazione amministrativa e di gestione delle risorse umane.
Tra gli altri testi approvati, sempre in esame definitivo, dal Consiglio dei ministri, si segnala, in primo luogo, il decreto legislativo sul ravvicinamento della legislazione alle norme Ue in materia di marchi d’impresa, ovvero attuativo della direttiva (UE) 2015/2436.
Il decreto - da quanto si apprende nel comunicato stampa del CDM – introdurrebbe novità che si sostanziano nella previsione di:
un impedimento assoluto alla registrazione dei marchi in presenza di conflitto con le denominazioni di origine ed indicazioni geografiche (DOP/IGP), nonché particolari motivi di rifiuto della registrazione per conflitti con le menzioni tradizionali protette relative ai vini (MTV) e alle specialità tradizionali garantite (STG) tutelati dalla legislazione dell’Unione;
una protezione rafforzata a marchi che godono della reputazione in uno Stato membro;
un'estensione della possibilità di applicare, anche in caso di mero transito, la procedura di sequestro alla frontiera delle merci contraffatte;
un divieto di svolgere atti preparatori alla contraffazione.
Per quel che concerne, poi, la tutela brevettuale unitaria, è stato varato un decreto legislativo attuativo del regolamento (UE) n. 1257/2012 che modifica alcuni articoli del Codice della proprietà industriale relativi alla protezione brevettuale.
In particolare, vengono introdotte:
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