Il Consiglio dell’Unione Europea tende la mano ai lavoratori subordinati e autonomi. Infatti è stata pubblicata, sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea CA 387/1, la "Raccomandazione sull'accesso alla protezione sociale per i lavoratori subordinati e autonomi". Il testo, in linea con il Pilastro Sociale Europeo, definisce obiettivi ambiziosi al fine di tutelare i nuovi lavoratori negli Stati membri, pur rispettando pienamente i sistemi nazionali.
Le linee guida sono state sintetizzate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con la notizia del 19 novembre 2019.
La Raccomandazione si applica ai lavoratori subordinati e autonomi, comprese le persone che si trovano in entrambe le condizioni lavorative o che sono in transizione tra l'una e l'altra, e punta a fornire loro accesso a un livello adeguato di protezione sociale, fatte salve le facoltà degli Stati membri di organizzare i propri sistemi di protezione sociale.
Inoltre, la Raccomandazione si applica a chi abbia interrotto l'attività lavorativa a causa del verificarsi di uno dei rischi coperti dalla protezione sociale, nella misura in cui siano previsti negli Stati membri, come le prestazioni di disoccupazione, per malattia e assistenza sanitaria, di maternità e di paternità assimilate, d'invalidità, di vecchiaia e ai superstiti e malattie professionali.
La protezione sociale riguarda le prestazioni:
Al contrario, la Raccomandazione non si applica alla fornitura di accesso all’assistenza sociale e ai regimi di reddito minimo.
Nonostante la Raccomandazione non abbia carattere legislativo, in sede comunitaria potrà sostenere gli Stati membri nell'adattamento dei sistemi di protezione sociale, al fine di renderli più efficaci nella protezione dei lavoratori che restano spesso senza le tutele minime. Su questo punto, in particolare, è stato posto in rilievo l'impegno del governo italiano al fine di estendere le tutele anche a lavoratori con forme di contratto atipiche, come ad esempio i riders.
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