Magistrati e professionisti contrari alla proposta del Premier Conte di ridurre a due i gradi del processo tributario.
Al proposito del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, avanzato nel corso della conferenza stampa di fine anno, hanno replicato le varie sigle dei professionisti e dei magistrati che operano nell’ambito della giustizia tributaria.
In primo luogo, non si è fatta attendere la risposta del presidente dell’Associazione magistrati tributari, Daniela Gobbi, che ha messo a punto anche una lettera indirizzata al Premier in cui viene spiegata la posizione dei giudici tributari.
Secondo la presidente dell’AMT, l’eliminazione di un grado del giudizio non solo rappresenterebbe una riduzione delle garanzie delle parti, ma comporterebbe anche un ulteriore aggravio del contenzioso, in contrasto con la esigenza di ridurre i tempi di controllo di legittimità.
La AMT, viene ricordato, è anche promotrice di un tavolo sulla riforma della giustizia tributaria, volto alla elaborazione di un progetto condiviso, iniziativa alla quale hanno aderito anche CNF, CNDCEC, AMT, ANC, ANTI, AIPDT, IGS, OGT, SSDT, OGT, UNCAT, OIDA: il tavolo si riunirà il prossimo 30 gennaio 2020 proprio per discutere sulla bozza di riforma.
Diverse perplessità sono state evidenziate anche dall’Unione degli avvocati tributaristi - Uncat, secondo la quale la proposta di Conte “violerebbe la Costituzione se sopprimesse la Cassazione e negherebbe i principi del giusto processo se si riferisse all’appello”.
Stessa posizione anche quella del presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, Massimo Miani, secondo cui l'obiettivo prioritario per una giustizia tributaria più celere ed efficiente “non è la riduzione del processo a due gradi di giudizio, ma la ridefinizione dei requisiti professionali del giudice tributario”.
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