Le norme sono importanti ma non bastano, mentre risulta fondamentale, piuttosto, individuare modelli organizzativi in grado di contrastare il fenomeno della prescrizione.
E’ quanto, in sintesi, pronunciato dal Ministro della giustizia Andrea Orlando, nel corso della conferenza stampa del 7 maggio 2016, con cui sono stati analizzati i dati sulla prescrizione in Italia.
Nell'ultimo decennio – riferisce il Ministro – la prescrizione dei processi si è ridotta del 40%, ma c’è un’inversione di curva a partire dal 2013. Nei primi mesi del 2015, infatti, si sono prescritti oltre 68 mila procedimenti, a fronte dei 63.753 per lo stesso periodo del 2014, con trend in aumento rispetto agli anni 2009 – 2012.
I dati del Ministero mostrano inoltre come la prescrizione avvenga nel 58% dei casi nella fase preliminare del giudizio, nel 19% in primo grado, nel 18% in Corte d’Appello (con esponenziale aumento negli ultimi anni) e solo nell’1% in Cassazione.
Quanto alla distribuzione del fenomeno, emerge che ci sono diverse Italie, ma non secondo i classici riferimenti “Italia del Sud e del Nord”, una pervasa dalla criminalità organizzata e l’altra no. Si tratta in realtà di un ragionamento più complesso, per cui ci sono Tribunali del Sud che hanno tassi di prescrizione molto bassi e altri del Nord che li hanno piuttosto elevati.
Ciò significa – chiarisce il Guardasigilli – che occorre porre in essere un lavoro di innovazione organizzativa, come è stato fatto per il civile. Per cui, ben vengano maggiori risorse, ma servono piuttosto modelli organizzativi che consentano di fare un salto di qualità.
A margine della conferenza, infine, Orlando si è dichiarato ottimista circa i tempi di approvazione delle riforma sulla prescrizione. C’è già, infatti, un testo base, degli emendamenti ed un orizzonte temporale, mentre non si sa ancora quali saranno le modifiche, ma la discussione è aperta.
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