Il 9 dicembre 2021 è stato firmato dal Ministro del Lavoro Orlando il Decreto di adozione del Piano Nazionale Nuove Competenze (DD n. n. 450/2021). Il provvedimento è ora alla firma del Ministro dell'Economia.
L’atto si collega direttamente al PNRR e la sua adozione costituisce il raggiungimento del traguardo (milestone) di cui alla Missione M5, componente C1, tipologia “riforma”, intervento “1.1 Politiche attive del lavoro e formazione”, del PNRR stesso.
Si ricorda che per l'attuazione dell'intero programma, il PNRR ha messo a disposizione, complessivamente, 4,4 miliardi di euro, a cui si aggiungono altri 500 milioni di euro a valere sulle risorse del programma «React-Eu».
Il Piano Nazionale Nuove Competenze ha l’obiettivo di riorganizzare la formazione dei lavoratori in transizione e disoccupati, attraverso:
il rafforzamento del sistema della formazione professionale;
la definizione di livelli essenziali di qualità per le attività di upskilling e reskilling in favore dei beneficiari di strumenti di sostegno (NASPI e DIS-COLL), dei beneficiari del Reddito di cittadinanza e dei lavoratori che godono di strumenti straordinari o in deroga di integrazione salariale (CIGS, cassa per cessazione attività, trattamenti in deroga nelle aree di crisi complessa).
L'orizzonte del “Piano nazionale nuove competenze” è lo stesso del PNRR, cioè il quinquennio 2021/2025.
Nello specifico, le misure del Piano nazionale nuove competenze si rivolgono a:
beneficiari di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro: lavoratori per i quali è prevista una riduzione superiore al 50% dell'orario di lavoro, su un periodo di dodici mesi (la categoria sarà individuata nella prossima riforma degli ammortizzatori sociali);
beneficiari di ammortizzatori sociali in assenza di rapporto di lavoro: disoccupati percettori di Naspi (indennità di disoccupazione spettante ai lavoratori dipendenti) oppure di Dis-Coll (indennità di disoccupazione spettante ai lavoratori parasubordinati);
beneficiari di aiuti al reddito di natura assistenziale: percettori del «reddito di cittadinanza».
Oltre alle suddette categorie, il Piano integra anche alcune iniziative, riguardanti le misure in favore dei:
lavoratori fragili o vulnerabili (giovani Neet con meno di 30 anni d'età; donne in condizioni di svantaggio; persone con disabilità; lavoratori maturi con 55 anni d'età e oltre);
i disoccupati senza sostegno al reddito (disoccupati da almeno sei mesi; lavoratori con minori opportunità occupazionali quali donne e giovani, anche non in condizioni fragilità; lavoratori autonomi che cessano l'attività o con redditi molto bassi);
lavoratori con redditi molto bassi, c.d. «working poor» (coloro chehanno un reddito da lavoro dipendente o autonomo inferiore alla soglia dell'incapienza fiscale).
Inoltre, sono interessati dal Piano anche i lavoratori già occupati per i quali è previsto il «Fondo nuove competenze», con nuove risorse a valere sui fondi «React-Eu», al fine di permettere alle aziende di rimodulare l'orario di lavoro e di favorire attività di formazione sulla base di accordi collettivi con le organizzazioni sindacali.
Tre sono i programmi d’azione individuati dal Piano Nazionale Nuove Competenze:
GOL, dedicato ai disoccupati beneficiari del Programma a favore dei quali è previsto un intervento di aggiornamento o riqualificazione;
il Sistema Duale per i giovani tra i 15 e i 25 anni;
il Fondo Nuove Competenze rivolto ai lavoratori delle imprese che hanno stipulato intese o accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro, in risposta alle innovazioni di processo, prodotto o di organizzazione degli occupati.
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