La Corte di Cassazione, con sentenza depositata ieri n. 31456/08, ha posto fine alla vicenda di Cogne affermando la colpevolezza della signora Franzoni “al di là di ogni ragionevole dubbio”. Tutti gli elementi di fatto, coerenti ed omogenei, hanno portato ad identificare l'assassino nella madre della vittima: i pantaloni del pigiama macchiati di sangue e nascosti, gli zoccoli con tracce di sangue riposti al piano di sopra, la casacca del pigiama indossata al momento del delitto; a ciò si affianca il comportamento della signora immediatamente dopo la tragedia, nonché la perizia psichiatrica del giudizio d'appello cui la Franzoni non ha prestato collaborazione. Secondo i giudici di legittimità, inoltre, la sovraesposizione mediatica del processo, anziché diminuire i diritti dell'imputata, ha indotto gli inquirenti ad aumentare l'attenzione sulla valutazione degli indizi. La Corte ha, infine, respinto l'eccezione di incostituzionalità sullo svolgimento del processo davanti al Gup e sull'incompatibilità dell'ex difensore Taormina.
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