Per la Banca d’Italia il TFR in busta paga è un rischio per le pensioni future
Pubblicato il 07 novembre 2014
Nell’audizione innanzi alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sul
Ddl Stabilità, il vicedirettore della Banca d’Italia, Signorini, ha spiegato che il provvedimento che consente ai lavoratori di scegliere se farsi riconoscere in
busta paga la
quota mensile di TFR, che attualmente viene accantonata, va
limitato nel tempo,
altrimenti vi potrebbero essere
gravi ripercussioni sul fronte delle pensioni e, soprattutto, per quelle dei più giovani che rischiano di maturare
rendimenti troppo bassi.
Inoltre, per Signorini l’adesione di
lavoratori con reddito basso renderebbe maggiore il rischio che questi abbiano in futuro pensioni non sufficienti.
Per questo motivo, egli ha auspicato una
maggiore trasparenza delle regole pensionistiche per permettere scelte consapevoli sull’opzione, a cominciare dall’invio della c.d. “
busta arancione”, che contiene proiezioni pensionistiche.