Pensioni: riscatto di laurea non neutralizzabile per passare al sistema misto

Pubblicato il 28 giugno 2024

Va escluso che il riscatto degli anni di laurea possa essere “neutralizzato” per passare nel computo della pensione dal sistema retributivo a quello misto.

Il principio di neutralizzazione, infatti, non può essere utilizzato per scegliere retroattivamente il sistema pensionistico più conveniente.

La neutralizzazione è applicabile solo all'interno del sistema retributivo per escludere dalla base pensionabile i contributi aggiuntivi non necessari alla maturazione del diritto alla pensione.

Consulta: no a neutralizzazione del riscatto laurea per passare dal sistema retributivo al misto

Con la sentenza n. 112 del 27 giugno 2024, la Corte Costituzionale ha esaminato la legittimità costituzionale dell’art. 1, comma 13, della Legge 8 agosto 1995, n. 335 (Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare), e dell’art. 1, comma 707, della Legge n. 190/2014 (legge di stabilità 2015), nella parte in cui non è previsto il diritto alla neutralizzazione dei contributi versati in seguito al riscatto volontario degli anni di laurea per passare dal sistema retributivo a quello misto.

Il principio di neutralizzazione

Il principio di neutralizzazione dei contributi pensionistici prevede l'esclusione dalla base pensionabile dei contributi aggiuntivi che non sono necessari alla maturazione del diritto alla pensione. Questo principio è applicabile nel sistema pensionistico retributivo per evitare che contribuzioni tardive e inferiori alle retribuzioni precedenti riducano l'importo della pensione. Nel sistema misto, la neutralizzazione non si applica per il passaggio tra sistemi pensionistici.

La questione di legittimità costituzionale

Il Tribunale del Lavoro di Roma aveva sollevato la questione di legittimità costituzionale della normativa richiamata, sostenendo che l'assenza del diritto alla neutralizzazione dei contributi derivanti dal riscatto degli anni di laurea, necessari per uscire dal sistema retributivo e accedere al sistema misto, fosse in contrasto con gli articoli 3 e 38 della Costituzione.

Articoli, questi, che garantiscono, rispettivamente, il principio di uguaglianza e il diritto alla previdenza sociale.

Ciò che si chiedeva di chiarire era se tali contributi potessero essere esclusi dal calcolo pensionistico per favorire il passaggio dal sistema retributivo a quello misto.

Alla Corte Costituzionale spettava quindi di valutare se le normative sul riscatto degli anni di laurea e la neutralizzazione dei contributi pensionistici fossero conformi ai richiamati principi.

Riscatto degli anni di laurea e neutralizzazione dei contributi: la decisione della Consulta

Ebbene, la Consulta ha confermato la legittimità delle disposizioni legislative in questione.

Con la sentenza n. 112/2024, la Corte Costituzionale ha chiarito che il riscatto degli anni di laurea non può essere utilizzato per modificare retroattivamente il sistema pensionistico da retributivo a misto.

Questo significa che i lavoratori non possono scegliere il sistema più vantaggioso al momento del pensionamento, basandosi sulla neutralizzazione dei contributi.

Il riscatto di laurea influisce solo sull'anzianità contributiva

Pertanto, il riscatto degli anni di laurea influisce solo sull'anzianità contributiva e non sul calcolo finale della pensione.

Il principio di neutralizzazione, in altri termini, non può essere invocato per eliminare gli effetti dei contributi da riscatto per passare da un sistema pensionistico all'altro.

Questo principio opera solo all'interno del sistema retributivo per escludere dalla base pensionabile i contributi non necessari alla maturazione del diritto alla pensione e correlati a retribuzioni inferiori percepite nell’ultimo periodo lavorativo.

Implicazioni sul caso esaminato

Nella vicenda all'esame della Consulta, il lavoratore aveva scelto liberamente di riscattare gli anni di laurea, accedendo così al sistema retributivo.

Il medesimo lavoratore non poteva poi scegliere di passare al sistema misto perché ritenuto più conveniente al momento del pensionamento.

Per la Corte, infatti, permettere ai lavoratori di scegliere retroattivamente il sistema pensionistico più conveniente contrasterebbe con il principio di certezza del diritto che deve presidiare il sistema previdenziale, assicurando che le regole siano chiare e prevedibili.

Il riscatto della laurea, come detto, serve esclusivamente a incrementare l’anzianità contributiva e non ha come finalità garantire un trattamento pensionistico migliore.

Conclusioni della Corte Costituzionale

La Corte costituzionale, in definitiva, ha dichiarato in parte infondate e in parte inammissibili le questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Tribunale di Roma.

Tabella di sintesi della sentenza

Sintesi del caso Il caso riguarda la legittimità costituzionale delle norme che non prevedono la neutralizzazione dei contributi per il riscatto degli anni di laurea per passare dal sistema pensionistico retributivo a quello misto.
Questione dibattuta Se l'assenza del diritto alla neutralizzazione dei contributi versati per il riscatto degli anni di laurea, necessaria per passare dal sistema retributivo a quello misto, violi gli articoli 3 e 38 della Costituzione italiana.
Soluzione della Corte Costituzionale La questione di legittimità costituzionale è stata dichiarata non fondata. La Corte Costituzionale ha stabilito che il riscatto degli anni di laurea non può essere utilizzato per modificare retroattivamente il sistema pensionistico da retributivo a misto. Il principio di neutralizzazione si applica solo all'interno del sistema retributivo.
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