Pena pecuniaria al posto del carcere. Consulta: troppi 250 euro al giorno

Pubblicato il 02 febbraio 2022

La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 53, secondo comma, della Legge n. 689/1981, sulla determinazione dell’ammontare della pena pecuniaria in sostituzione della pena detentiva di durata sino a sei mesi.

La norma è stata censurata per violazione dei principi di eguaglianza e finalità rieducativa della pena, nella parte in cui prevede che il valore giornaliero al quale può essere assoggettato l’imputato, da moltiplicare per i giorni di pena detentiva, non può essere inferiore alla somma indicata dall’art. 135 c.p., pari a euro 250,00 e non può superare di dieci volte tale ammontare.

Con sentenza n. 28 del 1° febbraio 2022, la Consulta ha giudicato che il tasso minimo ivi previsto sia eccessivo, trasformando, di fatto, la possibilità di sostituire il carcere con la pena pecuniaria in un privilegio per i condannati abbienti.

Per i giudici costituzionali, mentre l’impatto di pene detentive della stessa durata è, in linea di principio, uguale per tutti i condannati, non altrettanto potrebbe dirsi per le pene pecuniarie.

Di fatto, una multa di mille euro potrebbe essere più o meno afflittiva a seconda delle disponibilità di reddito e di patrimonio del singolo condannato.

Da qui la necessità, nella prospettiva di un’eguaglianza sostanziale e non solo formale degli interessati, che il giudice possa sempre adeguare la pena pecuniaria alle condizioni economiche del reo, evitando che risulti sproporzionatamente gravosa.

Secondo la Corte, ciò posto, il valore giornaliero non dovrebbe essere inferiore a 75 euro, già previsti dalla normativa in materia di decreto penale di condanna, fermo restando l’attuale limite massimo giornaliero di 2.500 euro.

Atteso, in ogni caso, che il Parlamento ha di recente delegato il Governo alla modifica della disciplina della sostituzione della pena detentiva, il legislatore potrebbe, nella sua discrezionalità, individuare soluzioni diverse e, nel caso, ancor più aderenti ai principi costituzionali di cui alla sentenza.

In definitiva, può essere considerata una seria alternativa alla pena detentiva solamente una disciplina in grado di garantire una pena pecuniaria proporzionata alla gravità del reato e alle condizioni economiche del reo, nonché la sua effettiva riscossione.

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