Verranno aggiornati i limiti di reddito per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato.
E' quanto si legge in un comunicato del 14 maggio 2023, pubblicato sul sito istituzionale del ministero della Giustizia.
L'aggiornamento è contenuto in un decreto interdirigenziale datato 10 maggio 2023, emanato dal Capo Dipartimento degli Affari di Giustizia con il concerto del Ragioniere Generale dello Stato, ai sensi dell’art. 77 del DPR n. 115/2002 (Testo unico delle spese della giustizia) di cui si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Il nuovo limite per accedere al patrocinio a spese dello Stato è stato così elevato rispetto all'importo di 11.734,93 euro indicato nell'ultimo decreto ministeriale Giustizia del 3 febbraio 2023 (in GU del 21 aprile 2023).
L'attuale adeguamento - si legge nella nota del ministero di Via Arenula - è stato disposto in virtù di un aumento del costo della vita rilevato dall’Istat nel biennio 1° luglio 2020 - 30 giugno 2022 pari al 9,4%.
Il nuovo intervento, deciso - come accennato - a breve distanza dal precedente decreto, si è reso necessario in quanto quest’ultimo faceva invece riferimento alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per il periodo 1° luglio 2018 - 30 giugno 2020.
Il nuovo limite di reddito per l’ammissione al gratuito patrocinio diventerà operativo con la pubblicazione del nuovo decreto.
La notizia dell'adeguamento è stata accolta con particolare favore dal Consiglio Nazionale Forense, per come si legge in una comunicato diffuso il 14 maggio sul portale del CNF.
Per gli avvocati - si legge nello scritto - il precedente provvedimento comportava una forte penalizzazione per i cittadini meno abbienti, vistiti ridurre della possibilità di accedere alla giustizia in un momento di grande difficoltà economica per i contingenti problemi economici che coinvolgono l'intero Paese.
Consiglio Nazionale Forense e Organismo Congressuale Forense, in proposito, avevano approvato due documenti convergenti per richiedere ai ministeri coinvolti (Giustizia ed Economia) di aggiornare i parametri economici, tenendo conto dell’aumento dell’inflazione pari al 9,4 %.
A detta dei legali, il limite di reddito andava adeguato - così come ha fatto il ministero - tenendo conto della variazione del costo della vita del biennio 2020 - 2022 invece che della variazione Istat del biennio 2018 - 2020: bisognava evitare di incorrere nell’effetto paradossale di escludere dall’istituto persone effettivamente bisognose.
Secondo il Presidente del CNF, Francesco Greco, l'intervenuta revisione dei predetti parametri economici "rappresenta un principio fondamentale di equità e di giustizia sociale, che restituisce a tutti i cittadini, senza discriminazione economica, il diritto alla tutela dei diritti”.
Si resta in attesa della pubblicazione del nuovo decreto.
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