Nessuna riforma delle pensioni, ma solo proroghe, con qualche ritocco, delle misure già esistenti nella legge di Bilancio 2024. È quanto si prospetta per il 2024 sulla base delle più recenti dichiarazioni del Governo.
“La prossima legge di bilancio” ha dichiarato il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, in apertura del primo Consiglio dei Ministri dopo la sospensione estiva”, dovrà essere, come è stata quella dello scorso anno, seria, per supportare la crescita, aiutare le fasce più deboli, dare slancio a chi produce e mettere soldi in tasca a famiglie e imprese”.
Secondo le anticipazioni fornite dagli organi di Governo, la legge di Bilancio 2024 dovrebbe contenere la riconferma del taglio del cuneo fiscale (o, più precisamente, cuneo contributivo) e incentivi alla natalità per le famiglie.
Con riguardo al capitolo pensioni l’intenzione dichiarata del Governo è quella di confermare, ampliandole, l’APE sociale e Quota 103.
Si lavora anche a misure tese a tutelare la posizione previdenziale dei lavoratori con carriera lavorativa discontinua.
E se, almeno per il prossimo anno, sembra definitivamente accantonata l’ipotesi dell’introduzione di Quota 41 per mancanza di risorse finanziarie destinabili, il futuro di Opzione donna si prospetta più roseo.
Ma per avere certezza sul quadro delle misure che intende portare avanti il Governo occorrerà attendere la Nota di aggiornamento al DEF, la NaDEF, da approvare entro il 27 settembre.
Secondo gli ultimi dati dell’osservatorio sul monitoraggio dei flussi di pensionamento (relativo alle pensioni con decorrenza nel 2022 e nei primi sei mesi del 2023, con rilevazione al 2 luglio 2023), nei primi sei mesi del 2023, il numero di pensioni Opzione donna liquidate dall’INPS sono state 7.536, rispetto alle 24.559 pensioni liquidate in totale nell'anno 2022.
La maggior parte delle richieste relative al primo semestre 2023 sono giunte da donne con età compresa tra i 60 e 61 anni e con importo lordo delle pensioni percepito inferiore ai 1.000 euro al mese.
La drastica riduzione del numero di accessi alla pensione anticipata c.d. Opzione donna è evidentemente dovuta alle restrizioni poste dalla legge di Bilancio 2023 (legge 29 dicembre 2022, n. 197, articolo 1, comma 292, che modifica l’articolo 16 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni dalla legge 28 marzo 2019, n. 26).
Si ricorda che (circolare INPS 6 marzo 2023, n. 25) possono accedere a Opzione donna le lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2022, abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età anagrafica di almeno 60 anni (con le riduzioni di cui in seguito), e che si trovino in una delle seguenti condizioni:
a) caregivers che assistono, alla data di presentazione della domanda di pensione e da almeno 6 mesi, il coniuge o la parte dell’unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, o un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori, il coniuge o l’unito civilmente della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti oppure siano deceduti o mancanti;
b) che hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti Commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%;
c) sono lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa di cui all’articolo 1, comma 852, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
Il requisito anagrafico di 60 anni è ridotto di un anno per figlio nel limite massimo di 2 anni.
La riduzione massima di 2 anni si applica in favore della categoria di lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese in crisi (lettera c) anche in assenza di figli. Pertanto, tali lavoratrici possono accedere a Opzione donna, con 58 anni di età e 35 anni di contribuzione, maturati entro il 31 dicembre 2022.
NOTA BENE: Il requisito anagrafico non è soggetto agli adeguamenti alla speranza di vita (articolo 12 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122).
Secondo quanto dichiarato da esponenti del Governo, l’idea dell’Esecutivo sarebbe di prevedere un accesso alla pensione anticipata Opzione donna con 35 anni di contributi (requisito confermato) e requisito anagrafico di 60 anni valido per tutte le donne, indipendentemente dal numero di figli e senza le ulteriori condizioni richieste dalla legge di Bilancio 2023.
In buona sostanza, si pensa a un ampliamento della platea delle destinatarie della pensione ripescando la formula dell’accesso in presenza dei soli requisiti anagrafici e contributivi alla stregua di quanto previsto nelle annualità fino al 2022.
Da ultimo vale la pena ricordare (INPS. messaggio n. 467 del 1° febbraio 2023) che le domande di prestazione possono essere presentate attraverso i seguenti canali:
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