Ok della Camera al Destinazione Italia. Auspicabile la conversione in legge entro il 21 febbraio
Pubblicato il 12 febbraio 2014
Con 320 voti favorevoli, 194 voti contrari e un astenuto l’aula della Camera ha dato il suo via libera al decreto Destinazione Italia (Dl n.
145/2013), che ora passa al Senato per essere sottoposto in tempi stretti anche alla fiducia da parte del Governo, dato che il provvedimento deve essere convertito in legge entro il 21 febbraio 2014, pena la sua decadenza.
Durante l'esame del decreto da parte delle commissioni Attività produttive e Finanze sono state apportate molte trasformazioni rispetto al testo iniziale del provvedimento ad opera di altrettanti emendamenti.
Alcuni temi entrati inizialmente in un disegno di legge, che faceva parte del piano Destinazione Italia, sono andati persi nel corso dell’iter parlamentare (misure sull’energia, sul mercato immobiliare e sull’editoria), mentre altre norme, come quelle sulle Rc auto per la riduzione delle tariffe, sono state rinviate ad un altro disegno di legge, il cui iter appare ora molto incerto.
Relativamente alle misure che prevedevano una decuplicazione delle sanzioni in materia di lavoro, vi è stata un’attenuazione da parte della Camera: le sanzioni su orari e riposi settimanali sono state, infatti, diminuite così da essere raddoppiate. Inoltre, è stata rimossa la parte che prevedeva che gli enti pubblici (Inps, Inpgi, Inail) dovessero sottoporre, preventivamente, all’approvazione del ministero del lavoro la programmazione delle verifiche ispettive.
Tra gli emendamenti approvati dalla Camera spicca quello al testo del comma 7-bis dell’articolo 12, che prevede la possibilità di compensazione dei crediti che imprese e professionisti vantano nei confronti della PA con le somme dovute per tributi erariali, tributi regionali e locali, contributi assistenziali e previdenziali, premi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, a prescindere dalla data di notifica, oltre che per gli oneri accessori, aggi e spese e altre imposte la cui riscossione sia affidata all'Agente della riscossione.
I crediti compensabili devono essere certi, liquidi ed esigibili e, inoltre, certificati dallo stesso ente debitore e possono essere utilizzati solo nel rispetto degli equilibri di finanzia pubblica.
La modifica apportata in sede di conversione del decreto sulla materia della compensazione rende la procedura più snella rispetto alla versione originale, aumentandone così l’appetibilità da parte dei soggetti interessati. La previsione originaria di una sospensione dei ruoli esattoriali a favore di coloro che vantassero crediti verso la Pa rischiava di compromettere l’efficacia della misura, rendendo più difficile la monetizzazione del credito. La compensazione e non più la sospensione dei ruoli appare, invece, più semplice e immediata. (consulta anche l’articolo:
“Cartelle Equitalia, nel Destinazione Italia l’emendamento non sospende ma compensa”).
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