Ocse, via libera al Beps contro l'evasione internazionale

Pubblicato il 06 ottobre 2015

Dopo oltre due anni di lavoro, l'Ocse ha completato il pacchetto di misure volte ad attuare una riforma globale, coerente e coordinata delle norme fiscali internazionali. Il progetto Beps (Base erosion and profit shifting), che era stato commissionato nel 2013 dal G20, sarà sottoposto all'attenzione dei ministri delle Finanze del G20 nella riunione del prossimo 8 ottobre in Perù.

Nuovi standard globali contro l'evasione internazionale

Il pacchetto finale di proposte “Erosione di base imponibile e spostamento di profitto” consta in tutto di 15 raccomandazioni, che si articolano intorno a tre punti chiave:

- garantire omogeneità tra le normative domestiche dei vari stati nelle operazioni transfrontaliere;

- assicurare che la tassazione si verifichi effettivamente nel paese dove viene svolta l'attività economica e dove viene creato il valore;

- migliorare la trasparenza e la certezza del diritto sia per le imprese sia per i singoli governi.

Si tratta di uno sforzo enorme compiuto per arginare il problema dell'evasione internazionale, grazie all'individuazione di standard globali in grado di assicurare, da una parte, un adeguato livello impositivo sugli utili delle multinazionali e, dall'altro, di garantire certezza nell'operato delle imprese.

Nel prossimo incontro in programma del G20, i Ministri delle Finanze saranno chiamati a ridiscutere la normativa fiscale internazionale alla luce dei risultati del programma Beps e, allo stesso tempo, verranno offerte ai governi coinvolti le soluzioni necessarie per colmare le lacune esistenti nelle regole nazionali e internazionali. Con l'implementazione di queste nuove regole anti-evasione all'interno delle normative dei singoli Stati finirà l'era della doppia non tassazione e il tax planning aggressivo diventerà inefficace.

Introduzione del "country by country report"

Tra le misure più importanti del pacchetto Beps vi è quella che riguarda l'introduzione del “country by country report” per le multinazionali.

Dal 2016, infatti, le multinazionali con fatturato superiore a 750 milioni di euro dovranno comunicare al Fisco tutte le informazioni sul proprio business riferite a ciascuno dei paesi nei quali il gruppo opera, come i ricavi e gli utili conseguiti, le tasse pagate, il numero di dipendenti e le politiche di transfer pricing praticate in ogni stato. Le singole autorità fiscali potranno poi scambiarsi le suddette informazioni tra di loro, in modo automatico. In tal modo, mettendo in atto procedure amichevoli di collaborazione, i governi potranno garantire una più efficace lotta contro l'evasione internazionale.

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