Obiettivi e riforme del Piano per la ripresa e la resilienza

Pubblicato il 25 aprile 2021

"Green light" dalla Commissione Europea sul Piano per la ripresa e la resilienza. Lo hanno annunciato il Premier Draghi e il Ministro dell’economia e delle finanze Franco in apertura del Consiglio dei Ministri di sabato 24 aprile.

Il CDM, inizialmente convocato alle 10 di sabato mattina, si è svolto in serata a seguito delle iniziali frizioni di Bruxelles, successivamente e in buona parte superate nonostante ci siano, ha evidenziato Draghi, ancora delle questioni marginali per le quali l'interlocuzione con la Commissione europea prosegue.

Serrato il cronoprogramma fissato in vista della trasmissione alla Commissione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, prevista entro il prossimo 30 aprile. Il Presidente del Consiglio dei Ministri illustrerà il Recovery plan lunedì alle Camere, che lo voteranno martedì 27. Il 28 aprile sarà poi la volta della Conferenza Unificata.

Ma vediamo quali sono i contenuti dell'informativa resa al Consiglio dei Ministri sul Piano per la ripresa e la resilienza, di cui all’articolo 18 del Regolamento (UE) n. 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021, e in merito al Fondo nazionale complementare.

Con una breve premessa: manca nel PNRR la proroga del Superbonus al 2023, che con ogni probabilità sarà inserita nella prossima Manovra finanziaria.

Next Generation EU e obiettivi del PNRR

L’Unione Europea, si legge nella bozza del PNRR, ha risposto alla crisi pandemica con il Next Generation EU (NGEU), un programma di portata e ambizione inedite, che prevede investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale, migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale.

Il NGEU, che rappresenta per l’Italia un’opportunità di sviluppo, investimenti e riforme, comprende due strumenti di sostegno agli Stati membri: il REACT-EU, concepito in un’ottica di più breve termine (2021-2022) per aiutarli nella fase iniziale di rilancio delle loro economie e il RRF con durata di sei anni, dal 2021 al 2026. La sua dimensione totale è pari a 672,5 miliardi di euro, di cui 312,5 miliardi sono sovvenzioni e 360 miliardi prestiti a tassi agevolati.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si sviluppa intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale.

Esso contiene le linee guida per un pacchetto di investimenti e riforme, con l’obiettivo di modernizzare la pubblica amministrazione, rafforzare il sistema produttivo e intensificare gli sforzi nel contrasto alla povertà, all’esclusione sociale e alle disuguaglianze.

Struttura del PNRR

Il PNRR si articola in 6 Missioni in linea con i 6 Pilastri del NGEU (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute) e 16 Componenti.

Le sei Missioni sono così articolate:

Missioni

Articolazioni e obiettivi

Missione 1 - Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

È costituita da 3componenti e si pone come obiettivo la modernizzazione digitale delle infrastrutture di comunicazione del paese, nella pubblica amministrazione e nel suo sistema produttivo. Una componente è dedicata ai settori che più caratterizzano l’Italia e ne definiscono l’immagine nel mondo: il turismo e la cultura.

Missione 2 - Rivoluzione verde e transizione ecologica

Si struttura in 4 componenti ed è volta a realizzare la transizione verde ed ecologica della società e dell’economia italiana coerentemente con il green deal europeo. Comprende interventi per l’agricoltura sostenibile e l’economia circolare, programmi di investimento e ricerca per le fonti di energia rinnovabili, lo sviluppo della filiera dell’idrogeno e la mobilità sostenibile. Prevede inoltre azioni volte al risparmio dei consumi di energia tramite l’efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato e, infine, iniziative per il contrasto al dissesto idrogeologico, la riforestazione, l’utilizzo efficiente dell’acqua e il miglioramento della qualità delle acque interne e marine.

Missione 3 - Infrastrutture per una mobilità sostenibile

È articolata in 2 componenti e si pone l’obiettivo di rafforzare ed estendere l’alta velocità ferroviaria nazionale e potenziare la rete ferroviaria regionale, con una particolare attenzione al mezzogiorno. Promuove la messa in sicurezza e il monitoraggio digitale di viadotti e ponti stradali nelle aree del territorio che presentano maggiori rischi. Prevede investimenti per un sistema portuale competitivo e sostenibile dal punto di vista ambientale per sviluppare i traffici collegati alle grandi linee di comunicazione europee e valorizzare il ruolo dei porti dell’Italia meridionale.

Missione 4 - Istruzione e ricerca

Pone al centro i giovani ed affronta uno dei temi strutturali più importanti per rilanciare la crescita potenziale, la produttività, l’inclusione sociale e la capacità di adattamento alle sfide tecnologiche e ambientali del futuro. È divisa in 2 componenti e punta a garantire le competenze e le capacità necessarie con interventi sui percorsi scolastici e universitari degli studenti. Sostiene il diritto allo studio e accresce la capacità delle famiglie di investire nell’acquisizione di competenze avanzate. Prevede anche un sostanziale rafforzamento dei sistemi di ricerca di base e applicata e nuovi strumenti per il trasferimento tecnologico.

Missione 5 - Inclusione e coesione

È suddivisa in 3 componenti e comprende una revisione strutturale delle politiche attive del lavoro, un rafforzamento dei centri per l’impiego e la loro integrazione con i servizi sociali e con la rete degli operatori privati. Si interviene in sostegno alle situazioni di fragilità sociale ed economica, alle famiglie, alla genitorialità (a cui contribuisce anche il piano asili nido, previsto nella missione 4) e alle persone con disabilità o non autosufficienti. Si rafforza infine la strategia nazionale delle aree interne rilanciata dal piano sud 2030, con interventi sulle infrastrutture sociali e misure a supporto dei giovani e finalizzate alla transizione ecologica.

Missione 6 – Salute

Si articola in 2 componenti ed è focalizzata su due obiettivi: il rafforzamento della rete territoriale e l’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del servizio sanitario nazionale (ssn) con il rafforzamento del fascicolo sanitario elettronico e lo sviluppo della telemedicina.

 PNRR e riforme

Le linee di investimento devono essere accompagnate da una strategia di riforme che si svilupperà secondo tre tipologie di azioni:

  1. le riforme orizzontali, che consistono in innovazioni strutturali dell’ordinamento, d’interesse traversale a tutte le Missioni del Piano, idonee a migliorare l’equità, l’efficienza e la competitività e, con esse, il clima economico (doing business) del Paese. Il Piano ne individua due: la riforma della pubblica amministrazione e la riforma del sistema giudiziario, tra cui la riforma della giustizia tributaria volta  a ridurre il numero di ricorsi alla Cassazione, a farli decidere più speditamente, oltre che in modo adeguato da approvare entro il 2022;
  2. le riforme abilitanti cioè gli interventi funzionali a garantire l’attuazione del Piano e in generale a rimuovere gli ostacoli amministrativi, regolatori e procedurali che condizionano le attività economiche e la qualità dei servizi erogati ai cittadini e alle imprese. Tra questi ultimi interventi, si annoverano le misure di semplificazione e razionalizzazione della legislazione e quelle per la promozione della concorrenza;
  3. le riforme settoriali contenute all’interno delle singole Missioni, cioè le misure consistenti in innovazioni normative relative a specifici ambiti di intervento o attività economiche, destinate a introdurre regimi regolatori e procedurali più efficienti nei rispettivi ambiti settoriali (ad esempio, le procedure per l’approvazione di progetti su fonti rinnovabili, la normativa di sicurezza per l’utilizzo dell’idrogeno).

Tre le riforme si segnala anche la semplificazione delle procedure per l’abilitazione all'esercizio delle professioni per rendere l’esame di laurea coincidente con l’esame di Stato.

Infine, come concorrenti alla realizzazione degli obiettivi generali del PNRR, anche le riforme di accompagnamento al Piano, tra le quali gli interventi programmati dal Governo per:

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