Nuova puntata della serie cult “Unificazione delle funzioni ispettive”

Pubblicato il 28 maggio 2015

Nei nostri racconti abbiamo già incontrato Stefano Rinuncianti, il titolare di una piccola falegnameria che stava per gettare la spugna perché negli ultimi tempi quasi più ispettori che clienti avevano varcato la soglia d’ingresso della sua segheria.

Un po’ di ottimismo era ritornato quando il piccolo imprenditore aveva letto sul giornale che a breve sarebbe stata istituita l’Agenzia Unica Ispettiva (art. 6 della bozza del decreto attuativo della L. n. 183/14) e che finalmente non avrebbe più subito controlli da parte di molteplici enti, quali il Ministero del Lavoro, l’INPS e l’INAIL. Rinuncianti, preso dall’entusiasmo, non aveva però terminato la lettura dell’articolo e non si era accorto che l’autore del pezzo allertava i lettori, scrivendo chiaramente che i sindacati si stavano mobilitando per bloccare la nascita dell’Agenzia e per opporsi al cambiamento.

Ora i giornali tacciono o relegano in posizioni di scarsa visibilità quella che potremmo definire una nuova puntata della serie cult “Unificazione delle funzioni ispettive”. Per Stefano Rinuncianti sarà difficile venire a sapere che circola, in modo più o meno carbonaro, uno schema di decreto legislativo sulla razionalizzazione e semplificazione delle funzioni ispettive e che tale bozza di decreto dovrebbe istituire l’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

Ma se anche Rinuncianti dovesse venire a conoscenza della novità, chi riuscirà a spiegargli il perché si parla di razionalizzazione e semplificazione, si istituisce un nuovo soggetto (Ispettorato Nazionale del Lavoro) e poi si mantengono in vita i servizi ispettivi di INPS e INAIL?

Stefano Rinuncianti si sentirebbe afflitto, abbattuto e pronto alla resa. Probabilmente non verrà mai a sapere che sensazioni analoghe furono provate, ad esempio, oltre un secolo e mezzo fa (esattamente nel 1849) dal poeta e patriota italiano Arnaldo Fusinato (1817-1888), che scrisse i famosi versi dedicati a Venezia conquistata dagli austriaci: “Il morbo infuria / il pan ci manca / sul ponte sventola / bandiera bianca”.

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