“La proposta di legge, che opera un accorpamento della Tasi nell’Imu, è un intervento di semplificazione rilevante, che il Consiglio nazionale ha più volte auspicato e recentemente ribadito come prioritaria”. Così Maurizio Postal, consigliere del Cndcec, in audizione, presso la Commissione Finanze della Camera, nell’ambito dell’esame della proposta di legge per l’istituzione della nuova Imu.
Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili propone: un cambio di logica fiscale sui casi di “mancato utilizzo”, la ripartizione del carico fiscale tra utilizzatori e proprietari, una nuova modalità di riscossione dell’imposta comunale, la deducibilità dell’Imu dalle imposte sui redditi.
Sull’ultimo punto il Cndcec ricorda che la proposta di legge stabilisce per la nuova Imu la deducibilità dalle imposte sui redditi nella misura del 60%, ma il Decreto Crescita ha previsto nei prossimi anni un aumento della soglia di deducibilità dell’Imu che supera il limite del 60% e, a partire dal 2023, arriva al 100%.
È necessario, secondo il Cndcec, modificare un impianto disciplinare che prevede lo stesso identico carico fiscale Imu per un medesimo immobile utilizzato o non utilizzato, e che sottopone a Irpef, nella misura del 50%, il reddito degli immobili ad uso abitativo non locati situati nello stesso Comune nel quale si trova l’immobile adibito ad abitazione principale, anche se assoggettati a Imu.
Chiesta anche l’equa ripartizione del carico fiscale tra utilizzatori e proprietari degli immobili: ripartire in modo più adeguato il carico fiscale tra l’utilizzatore e il proprietario per non trasformare l’Imu in una “superpatrimoniale”, che penalizza una volta di più i proprietari degli immobili che restano inutilizzati, rispetto a quelli degli immobili che trovano un loro utilizzo.
Infine, il Cndcec propone una piccola riduzione dell’imposta o la possibilità di differire il versamento per gli immobili situati nei Comuni che non abbiano ancora predisposto, dal 2021 in avanti, le procedure previste nella proposta di legge per rendere disponibili ai contribuenti i modelli di pagamento precompilati.
“Una riduzione - indica Maurizio Postal - del 5-10%, con un tetto massimo di 50 euro, a titolo compensativo per il contribuente che dovrà calcolare da solo l’imposta dovuta o la possibilità di differire il versamento di 30 o 60 giorni rispetto alla scadenza, senza sanzioni e interessi, risulterebbe un utile sprone per i Comuni a predisporre i modelli precompilati e un segno di rispetto per i contribuenti”.
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