L’accesso illegittimo ai file protetti di un collega può costare il posto di lavoro, ma non costituisce reato. Su questa fattispecie si è pronunciata di Cassazione con due sentenze, una della Sezione Lavoro (n. 153 del 9 gennaio) e una della Quinta Penale (n. 6459 del 15 febbraio). I giudici, infatti, hanno ritenuto legittimo il licenziamento del dipendente per violazione dell’obbligo di fedeltà del lavoratore, di cui all’articolo 2105 del Codice civile, ma in sede penale lo hanno assolto dal reato di accesso abusivo a sistema informatico, perchè il dipendente, per accedere al sistema, si è avvalso di strumenti e di dati di cui era legittimamente in possesso, senza violare alcuna misura di protezione.
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