Non è ingiuria dire “non sai fare niente” al poliziotto
Pubblicato il 29 agosto 2011
Nella sentenza n.
32907 del 26 agosto 2011 la Corte di cassazione si è occupata del ricorso inoltrato da due agenti di polizia contro la sentenza del giudice di pace che ha assolto un imputato dal reato di ingiurie verso le due agenti, che erano state chiamate ad intervenire per dirimere una lite fra due conviventi.
Ma il compagno, rimasto chiuso fuori casa dalla convivente che non intendeva aprirgli, apostrofò gli operatori intervenuti, che non riuscirono a convincere la donna a calmarsi, dicendo che non sapevano fare il loro dovere anzi che non sapevano fare niente.
I magistrati di cassazione ritengono corretta la sentenza del giudice di merito che ha affermato insussistente il reato di ingiurie nel comportamento dell’imputato in quanto le frasi che si assumono ingiuriose risultano prive di idoneità offensiva. Infatti le espressioni usate devono essere viste come una legittima critica dell’operato delle agenti e non dirette ad offendere le persone fisiche.
Inoltre è stato constatato che le frasi sono state dette da un soggetto sentitosi non tutelato dalle istituzioni a fronte della sua esigenza di rientrare in casa.