Il presidente di Cassa Forense, Nunzio Luciano, ha commentato il recente stralcio dal Ddl bilancio dell’intervento sull’equo compenso degli avvocati.
Luciano si è detto stupito dalla scelta da ultimo operata in Senato, scelta che lo stesso ha definito come “un paradosso se pensiamo a cosa facciamo noi avvocati per lo Stato italiano, e mi riferisco al sostegno finanziario che la Cassa da me presieduta mette a disposizione del Paese”.
La disposizione di riferimento – ha precisato il rappresentante dell’Ente di previdenza degli avvocati nell’ambito di un’intervista pubblicata sulla rivista “il Dubbio” – costituisce “norma per la redistribuzione del reddito”, che “ristabilisce un principio di giustizia e redistribuisce la ricchezza” ed era, quindi, pienamente legittimata ad entrare in una legge di Bilancio. Senza contare che si tratta, altresì, di “misure definite all’esito di un confronto anche impegnativo tra governo e Cnf” con evidente relazione con la finanza pubblica.
Ad ogni modo, il presidente Luciano ha confermato che Cassa Forense continuerà a battersi insieme al CNF per raggiungere l’obiettivo dell’equo compenso, con riferimento al quale lo stesso si è detto “ancora più motivato”.
Nel frattempo, si segnala che nel corso delle riunioni volte a definire l'assetto delle correzioni da introdurre con la legge di conversione del Decreto legge n. 148/2017 (Disposizioni urgenti in materia finanziaria e per esigenze indifferibili), si starebbe valutando la possibilità di ricomprendere nel testo la misura sull’equo compenso dei legali, nonché gli ulteriori interventi che sono stati espunti dalla Legge di Bilancio.
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