Mini contratti di sviluppo: obiettivi e agevolazioni per le imprese del Mezzogiorno

Pubblicato il 10 ottobre 2024

Nel contesto del Decreto Legge Coesione (DL n. 60/2024, art. 8), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 107 del 7 maggio, è stata introdotta una norma che prevede i “mini contratti di sviluppo” con una dotazione iniziale di 300 milioni di euro.

NOTA BENE: Questo nuovo strumento è pensato per sostenere gli investimenti produttivi di dimensioni medie, con budget che oscillano tra i 5 e i 20 milioni di euro. Per tali motivi vengono definiti “mini” e si differenziano dai Contratti di Sviluppo che sono rivolti a progetti di maggiore entità, con investimenti a partire da 20 milioni di euro e superiori.

I destinatari sono le imprese di qualsiasi dimensione (piccole, medie o grandi) che operano nelle tecnologie critiche definite dal nuovo regolamento UE STEP. Al momento, la misura è rivolta esclusivamente alle Regioni del Mezzogiorno.

Per quanto riguarda gli obiettivi della misura è da dire che essi si focalizzano su:

  1. Sviluppo e fabbricazione di tecnologie critiche:
    • Tecnologie digitali e innovazione delle tecnologie “deep tech”.
    • Tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse, incluse le tecnologie a zero emissioni nette.
    • Biotecnologie, compresi i medicinali critici nell’elenco UE e i loro componenti.
  2. Rafforzamento delle catene del valore nei settori sopra menzionati.
  3. Affrontare le carenze di manodopera e di competenze essenziali.

Attraverso questi obiettivi, i mini contratti di sviluppo intendono incentivare l’innovazione, migliorare la competitività industriale e promuovere una crescita economica equilibrata nelle aree interessate.

In data 12 agosto 2024, il Ministero delle imprese e del made in Italy ha firmato un decreto ministeriale (pubblicato sul sito l'8 ottobre 2024), che fissa le regole per i mini contratti di sviluppo e rinvia ad altri successivi provvedimenti le indicazioni sull’apertura della misura.

Vediamo nei dettagli chi sono i beneficiari della misura e le caratteristiche dell’agevolazione.

Risorse finanziarie

Come detto, le risorse provenienti dal Programma Nazionale “Ricerca, Innovazione e Competitività” (PN RIC 2021–2027) e destinate alla misura in oggetto ammontano a 300 milioni di euro, così ripartiti:

Inoltre, la dotazione finanziaria iniziale può essere incrementata mediante ulteriori assegnazioni di risorse finanziarie, incluse quelle provenienti dalle amministrazioni regionali. Questo permette una maggiore flessibilità e capacità di intervento per sostenere ulteriormente gli investimenti produttivi nelle Regioni del Mezzogiorno.

Imprese beneficiarie

Le agevolazioni previste dal presente decreto sono accessibili a tutte le imprese, indipendentemente dalla loro dimensione, che intendono realizzare i programmi di investimento specificati all’articolo 5.

Per essere ammissibili, le imprese devono essere regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle Imprese italiano o, se non residenti, possedere una personalità giuridica riconosciuta nel loro stato di residenza e avere almeno una sede operativa in Italia al momento della prima erogazione dell’agevolazione. Devono, inoltre, operare in regime di contabilità ordinaria, aver presentato almeno due bilanci approvati e non trovarsi in liquidazione o in procedure concorsuali finalizzate alla liquidazione. È necessario che le imprese siano finanziariamente solide, non in difficoltà economica secondo la definizione del Regolamento GBER, e non abbiano ricevuto aiuti considerati illegali dalla Commissione Europea. Inoltre, devono aver restituito eventuali somme dovute a seguito di revoche di agevolazioni precedenti e essere in regola con tutte le normative edilizie, urbanistiche, del lavoro, della prevenzione degli infortuni e della salvaguardia ambientale.

Sono escluse dall’accesso alle agevolazioni le imprese soggette a sanzioni interdittive, con rappresentanti legali condannati per reati che impediscono la partecipazione a contratti pubblici, o che presentano cause ostative secondo la disciplina antimafia. Infine, le imprese non devono aver effettuato delocalizzazioni verso l’unità produttiva oggetto dell’investimento nei due anni precedenti la domanda e si impegnano a non procedere a tali delocalizzazioni nei due anni successivi al completamento dell’investimento.

In cosa consistono le agevolazioni

Le agevolazioni previste dal presente decreto sono concesse in conformità all’articolo 14 del Regolamento GBER e rispettano le intensità stabilite dalla Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale.

NOTA BENE: Queste agevolazioni vengono erogate sotto forma di contributi a fondo perduto, coprendo le spese ammissibili secondo le seguenti percentuali:

Tutte le aziende beneficiarie sono comunque tenute a fornire un contributo finanziario pari ad almeno il 25% del totale delle spese ammissibili, utilizzando risorse proprie o attraverso finanziamenti esterni.

La concessione di tali percentuali è subordinata all’approvazione delle modifiche alla Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale, come previsto dalla comunicazione della Commissione C(2024) 3570 final del 31 maggio 2024. Qualora questa modifica non venga approvata, le percentuali di contribuzione saranno ridotte di cinque punti percentuali.

Inoltre, per le spese relative a consulenze connesse alla realizzazione del piano di investimenti, le agevolazioni sono concesse al 50% delle spese ammissibili, in base all’articolo 18 del Regolamento GBER.

Queste agevolazioni mirano a incentivare gli investimenti nelle tecnologie strategiche, supportando in particolare le piccole e medie imprese nel rafforzamento della loro capacità innovativa e competitiva.

Spese ammissiibili

Le spese ammissibili per i mini Contratti di Sviluppo riguardano l'acquisto e la costruzione di immobilizzazioni, secondo quanto definito dagli articoli 2423 e seguenti del Codice Civile, e devono essere strettamente connesse agli obiettivi del programma di investimento richiesto. Le principali categorie di spese ammissibili includono:

- Suolo aziendale e sistemazioni: fino al 10% del totale dell’investimento produttivo ammissibile,

- Opere murarie e assimilate: fino al 40% del totale dell’investimento produttivo ammissibile,

- Macchinari, impianti e attrezzature: acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature, inclusi quelli per la produzione di energia da fonti rinnovabili o di cogenerazione, esclusi i lavori murari. Questi devono essere necessari e dimensionati in base alle esigenze dell’unità produttiva,

- Programmi informatici e proprietà intellettuale: spese per software, brevetti, licenze, know-how e conoscenze tecniche non brevettate relative a nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi. Per le grandi imprese, queste spese sono ammissibili fino al 50% dell’investimento complessivo.

Per essere considerate ammissibili, le spese devono:

Questo quadro delle spese ammissibili assicura che gli investimenti finanziati siano mirati a potenziare la capacità produttiva e innovativa delle imprese nelle Regioni del Mezzogiorno, promuovendo tecnologie strategiche e sostenibili.

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