Il decreto Milleproroghe è attualmente in discussione alla Camera. Il provvedimento sta imbarcando una serie di emendamenti, il cui esame da parte delle commissioni riunite Bilancio e Affari costituzionali dovrebbe partire da giovedì prossimo.
Il termine ufficiale per la presentazione dei correttivi al Decreto legge n. 162 del 2019 (Milleproroghe) sta per scadere: c’è tempo ufficialmente fino a domani. Il Ministero del Lavoro e quello della Salute stanno, così, depositando una serie di emendamenti volti, in primo luogo, a far fronte all’allarme legato alla carenza di medici negli ospedali pubblici e alla risoluzione delle crisi aziendali.
Proprio per fra fronte alla carenza momentanea di medici specialisti registrata nel Ssn, la proposta emendativa prevede, con un intervento limitato fino al 31 dicembre 2022, la possibilità di mantenere in servizio i medici del Ssn fino a 70 anni. Tale esigenza è contemplata ogni qualvolta l’amministrazione ospedaliera si trovi nelle condizioni di non poter procedere tempestivamente al reclutamento di nuovi specialisti e, quindi, può non garantire l'erogazione delle prestazioni comprese nei livelli essenziali di assistenza.
Questa misura, che prevede la possibilità su richiesta dell’interessato di restare in ospedale in caso di necessità “anche oltre il quarantesimo anno di servizio effettivo e comunque non oltre il settantesimo anno di età”, dovrebbe interessare una platea di circa 10mila medici fino al 2022 ed è una misura a costo zero, in quanto prevista in attuazione del Patto per la salute 2019- 2021, che ha aggiunto 2 miliardi al Ssn per il 2020.
Un’altra norma valida fino al 2022 che interessa sempre il mondo della sanità è quella che prevede la possibilità di assunzione dei medici specializzandi.
La norma proposta, sempre nell’ottica di far fronte alla carenza di personale, estende anche ai medici e ai medici veterinari iscritti al terzo anno di una scuola di specializzazione, indipendentemente dalla durata della stessa, di poter essere assunti con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato con orario a tempo parziale degli specializzandi utilmente collocati in graduatoria.
Per quanto riguarda il fronte dell’occupazione, si sta cercando di andare incontro alle imprese in crisi che hanno esaurito la disponibilità di utilizzo della Cigs a causa della complessità dei processi di riorganizzazione o di gestione degli esuberi occupazionali. A tal fine, è stato introdotto un emendamento che prevede l’arrivo di 45 milioni di euro aggiuntivi per rifinanziare la Cassa integrazione in deroga.
Il Fondo sociale per occupazione e formazione, già finanziato con 50 milioni iniziali dalla Legge di Bilancio 2020, sale così a 95 milioni di euro complessivi, che potranno essere utilizzati per prorogare la Cigs in deroga per ulteriori 12 mesi in caso di riorganizzazioni aziendali o di contratti di solidarietà oppure di 6 mesi nei casi di crisi aziendali.
Infine, sempre dal Ministero del Lavoro, è arrivato un correttivo che punta a prorogare per il 2020 l’autorizzazione di spesa di 19 milioni di euro per integrare il trattamento Cigs per i dipendenti del gruppo Ilva ed un altro emendamento che stanzia finanziamenti per la Cigs delle imprese campane e venete in difficoltà.
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