Dopo il via libera della Camera con la fiducia, la Manovra per il prossimo anno approda in Senato dove è attesa la sessione ufficiale di bilancio.
A Palazzo Madama, il testo della Legge di Bilancio 2019 si appresta ad essere riscritto in via definitiva, ma prima vi sarà un ennesimo vertice di maggioranza per fare il punto sui numeri, in attesa delle comunicazioni del Premier Giuseppe Conte in Parlamento, che dovrà riferire su quale decimale assestare la riduzione del rapporto deficit-Pil, rispetto al 2,4% indicato nel Documento programmatico di bilancio.
Nel passaggio in Senato, le nuove misure che dovrebbero essere inserite nel testo del maxiemendamento sono quelle riguardanti il reddito di cittadinanza e le pensioni di cittadinanza, Quota 100 e la pace fiscale "saldo e stralcio".
Sono, infatti, attesi gli emendamenti sui temi cardine proposti dal nuovo Governo, anche se dalle ultime novità che sono emerse c’è la conferma che le stime effettuate finora, per alcune di queste misure, potrebbero essere inferiori, mentre resta confermato il calendario per la loro introduzione, con le seguenti date:
reddito di cittadinanza da marzo 2019;
pensioni di cittadinanza da febbraio 2019;
pensioni Quota 100 da febbraio 2019.
Con l’avvio del reddito di cittadinanza, programmato da marzo, all’impresa che assumerà un disoccupato da un Centro per l’impiego percettore del sussidio verranno riconosciute fino a 5 mensilità dell’assegno in caso di stabilizzazione (contro le tre mensilità previste nell’ipotesi precedente); mentre, se ad essere assunta è una donna o un disoccupato di lunga durata, le mensilità riconosciute all’azienda salgono a 6.
Le pensioni di cittadinanza minime da 780 euro partiranno da febbraio e non più da gennaio, così da ottenere un abbassamento dei costi della Manovra come richiesto dalla Ue.
Per le pensioni Quota 100, in partenza sempre da febbraio prossimo, ferma restando la platea dei beneficiari, si sta lavorando per ridurre i costi immaginando di introdurre una clausola di salvaguardia che porti ad allungare da 3 a 6 mesi il periodo che intercorre tra il pensionamento e l’erogazione dell’assegno di pensione.
Tra le altre novità che saranno introdotte al testo del maxiemendamento alla Legge di Bilancio 2019 anche la cosiddetta pace fiscale “saldo e stralcio” per chi è in difficoltà economica e che riguarderà le cartelle minori. Per accedere al saldo e certificare l’oggettiva difficoltà economica, il contribuente in debito con il Fisco dovrà avere un indicatore della situazione reddituale rilevabile dalla dichiarazione per l’Isee del nucleo familiare non superiore a 20mila euro (nella versione inizialmente ipotizzata era di 30mila).
Riconosciuto il diritto di accesso alla sanatoria, il debitore potrà saldare il suo debito applicando un’aliquota “secca” del 10%, 16% o del 30% a seconda del suo livello di reddito dichiarato al Fisco (sulla misura delle aliquote rapportate a tre differenti scaglioni reddituali si sta ancora lavorando). Per stralciare le cartelle e chiudere definitivamente il debito con l’Erario, i contribuenti potranno versare le somme dovute in unica soluzione o ripartire il debito in dieci rate mensili tutte da versare nel 2019.
Infine, da ricordare che molto probabilmente entrerà nel testo della Manovra 2019 anche:
la stretta sulle pensioni d’oro, con un blocco degli adeguamenti per gli assegni alti (fino ai 150mila euro lordi) e con tagli fino al 40% per le somme che superano questa soglia;
il taglio delle tariffe Inail, con una sforbiciata del 32,72% delle attuali tariffe, che sono ferme all’anno 2000 e sono parametrate su 1,1 milioni di infortuni, mentre attualmente se ne registrano tra i 600 e i 650mila.
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