La Manovra di bilancio 2025 introduce diverse novità sui bonus edilizi, con proroghe, modifiche e nuovi incentivi mirati alla ristrutturazione, all’efficienza energetica e alla sicurezza antisismica.
Il bonus ristrutturazioni viene prorogato, ma con aliquote che decrescono nel tempo. Per le prime case, nel 2025 si conferma la detrazione del 50% su un tetto di spesa di 96.000 euro. Dal 2026, l’aliquota scenderà al 36%, mantenendo invariato il tetto di spesa. Per le seconde case, invece, il decalage inizia già nel 2025 con una detrazione ridotta al 36%, che scenderà al 30% nel biennio successivo.
La Legge di Bilancio 2025 segna una drastica riduzione del Superbonus, limitandone l’applicabilità agli interventi già avviati entro il 15 ottobre 2024. La detrazione sarà ridotta al 65% per le spese sostenute nel 2025, con una progressiva diminuzione rispetto agli anni precedenti.
Secondo l’articolo 8, comma 3, del testo, il beneficio sarà riconosciuto solo per interventi che abbiano soddisfatto almeno una delle seguenti condizioni entro il termine stabilito:
NOTA BENE: A partire dal 1° gennaio 2025, il Superbonus non sarà accessibile per nuovi lavori.
Inoltre, la legge di Bilancio 2025 introduce una novità importante per chi ha sostenuto spese per il Superbonus nel 2023, permettendo di optare per la spalmatura decennale della detrazione, anziché in quattro anni.
Tale opzione, esercitabile attraverso una dichiarazione integrativa entro il 31 ottobre 2025, consente ai contribuenti di diluire il beneficio fiscale su un periodo più lungo, evitando il rischio di perdere parte del bonus per incapienza fiscale.
L’opzione non è obbligatoria e va utilizzata solo se vantaggiosa per il contribuente. In caso di maggiore imposta dovuta a seguito della rimodulazione, la differenza può essere versata senza sanzioni entro il termine del saldo IRPEF 2024. Chi non ha presentato una dichiarazione originaria potrà regolarizzare la situazione entro 90 giorni dal termine ordinario e poi correggerla con l’integrativa.
Il Sismabonus, dedicato alla messa in sicurezza antisismica degli edifici, e il Sismabonus acquisti, riservato all’acquisto di immobili antisismici in zone a rischio sismico (classi 1, 2 e 3), sono stati prorogati fino al 2027, ma con aliquote decrescenti e tetti di spesa differenziati.
Questo incentivo è riservato agli acquirenti di immobili situati in edifici demoliti e ricostruiti in chiave antisismica da imprese, che devono rivendere le unità immobiliari entro 30 mesi dal termine dei lavori.
Queste misure continuano a supportare la sicurezza sismica, ma con una progressiva riduzione delle agevolazioni, ponendo particolare attenzione agli immobili principali rispetto a quelli a uso diverso.
L’Ecobonus 2025, l’incentivo per l’efficientamento energetico degli edifici, introduce un’aliquota uniforme per gli interventi di efficientamento energetico, differenziata però in base alla tipologia di immobile. Per le prime case, la detrazione sarà del 50% nel 2025, scendendo al 36% nel 2026 e 2027. Per le seconde case e gli immobili non residenziali, l’aliquota sarà del 36% nel 2025 e calerà al 30% negli anni successivi. I limiti di spesa varieranno in base al tipo di immobile: 96.000 euro per la prima casa e 48.000 euro per le altre. Inoltre, i tetti di spesa saranno modulati in base al reddito del beneficiario e alla composizione del nucleo familiare, con l’obiettivo di rendere il bonus più equo e mirato. Queste modifiche segnano un ridimensionamento delle agevolazioni, mantenendo comunque un incentivo significativo per l’efficienza energetica.
A partire dal 2025, non saranno più previsti incentivi fiscali per la sostituzione di caldaie alimentate a combustibili fossili, incluse quelle a condensazione. Questa stretta, in linea con le direttive europee sull’efficienza energetica, mira a favorire tecnologie più sostenibili e ridurre l’uso dei combustibili fossili.
Resteranno agevolabili gli impianti ibridi, che combinano pompe di calore con caldaie o pannelli solari termici, e altre soluzioni simili. Per questi impianti, l’Ecobonus continuerà a offrire detrazioni ridotte rispetto al passato: 50% per le prime case e 36% per seconde case e immobili non residenziali.
Queste modifiche segnano un cambiamento significativo rispetto al quadro attuale, concentrando le agevolazioni su interventi che promuovano un’efficienza energetica avanzata e un minore impatto ambientale.
Il bonus mobili ed elettrodomestici viene prorogato al 2025 con una detrazione fiscale del 50% per spese fino a un massimo di 5.000 euro. Questo incentivo, utilizzabile in dieci rate annuali di pari importo, resta vincolato a interventi di recupero edilizio come manutenzioni straordinarie o ristrutturazioni, rendendolo un bonus "trainato".
Nonostante la stretta prevista per altri bonus edilizi, questa agevolazione mantiene la stessa aliquota sia per abitazioni principali che per seconde case. I requisiti per i grandi elettrodomestici rimangono invariati: almeno classe A per i forni, E per lavatrici, lavasciugatrici e lavastoviglie, e F per frigoriferi e congelatori, in linea con le etichette energetiche previste.
La legge di Bilancio 2025 introduce un nuovo bonus per l’acquisto di grandi elettrodomestici ecoefficienti prodotti in Europa, collegato alla sostituzione di dispositivi meno efficienti.
La novità del 2025 consiste in un contributo economico diretto per sostituire vecchi elettrodomestici con modelli ad alta efficienza energetica (classe almeno B), prodotti nell’Unione Europea. Il bonus è mirato a favorire il risparmio energetico domestico e ridurre i consumi.
La misura prevede:
Il bonus verde per la sistemazione degli spazi esterni non sarà rinnovato e scadrà il 31 dicembre 2024, eliminando la detrazione del 36% per questi interventi.
Il bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche rimane invariato. Fino al 31 dicembre 2025, sarà possibile usufruire di una detrazione fiscale pari al 75% su spese relative a interventi come l’installazione o l’adeguamento di scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici, applicabile sia all’IRPEF che all’IRES.
Come anticipato, a partire dal 2025, i tetti di spesa per i bonus edilizi saranno modulati in base al reddito del contribuente. Per coloro che dichiarano un reddito superiore a 75.000 euro, l'importo massimo delle spese detraibili sarà determinato considerando fattori come il numero di figli a carico e la presenza di figli con disabilità.
Queste regole non si applicheranno retroattivamente, riguardando esclusivamente le spese sostenute dal 1° gennaio 2025. Tuttavia, i contribuenti con redditi elevati potrebbero trovarsi a dover selezionare con maggiore attenzione le spese da detrarre, ottimizzando così i vantaggi fiscali e riducendo l’impatto delle nuove limitazioni. Non tutte le spese di ristrutturazione saranno interamente detraibili secondo queste nuove disposizioni.
La differenziazione delle aliquote tra prime e seconde case introdotta dalla manovra 2025 rischia di complicare significativamente la gestione dei lavori condominiali. Proprietari di seconde case, che vedono una riduzione delle detrazioni al 36% o al 30% a seconda dell’anno, potrebbero essere meno incentivati a contribuire alle spese di manutenzione, creando tensioni con chi possiede un’abitazione principale, beneficiando invece di aliquote più vantaggiose.
Questa situazione potrebbe limitare soprattutto gli interventi su immobili in affitto, spesso indispensabili per migliorare l’efficienza energetica degli edifici. La manovra 2025, pur ponendo un focus sull’efficienza energetica e sulla sostenibilità, ridefinisce il sistema dei bonus edilizi per contenere i costi pubblici, ma introduce criteri più stringenti che potrebbero ostacolare il raggiungimento di un equilibrio tra i diversi interessi dei condomini.
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