Manovra 2020. Rifinanziare il credito d’imposta per il Mezzogiorno

Pubblicato il 24 settembre 2019

Prime indicazioni sui contenuti della manovra targata 2020 arrivano dall’attuale viceministro all’Economia, Antonio Misiani.

Misiani ha partecipato al convegno di ieri a Torino dal titolo “Fisco&Futuro”, ed ha richiamato l’attenzione sulla necessità di continuare a dare appoggio alle imprese, soprattutto quelle del Sud.

Manovra 2020. Mezzogiorno, rifinanziare il credito d’imposta

Per proseguire nel sostegno dell’attività imprenditoriale, specialmente delle aree del Mezzogiorno, si rende necessario rifinanziare il credito d’imposta per il Sud, che è in scadenza a fine anno, anche per il 2020. L’agevolazione è diretta a sostenere l’acquisto di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nelle regioni di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo.

Ma la manovra per il nuovo anno deve anche contenere la proroga del piano Industria 4.0: quindi, è da predisporre la continuazione delle norme su iper e super ammortamento, con un occhio rivolto a sostenere maggiormente le misure dedicate al “verde”.

Manovra 2020. Migliorare la lotta all’evasione

Puntare a rendere più pressante la lotta all’evasione fiscale per reperire le risorse economiche è uno degli obiettivi del nuovo Governo. Sono allo studio strumenti per combattere il sommerso e le frodi, facendo attenzione a non istituire nuovi ed onerosi obblighi ricadenti su cittadini ed imprese.

In tale ambito, è stato fatto il riferimento allo strumento della fatturazione elettronica, risultato essere molto efficace nel far emergere il sommerso, e si pensa, dunque, a migliorarla.

Passando al capitolo “moneta elettronica”, i tecnici sono al lavoro per studiare incentivi all’uso della moneta elettronica negli acquisti, non puntando sull’aspetto sanzionatorio bensì su quello premiale. Si pensa ad un doppio bonus fiscale: uno annuale a favore degli esercenti ed una specie di rimborso per il soggetto che acquista con moneta elettronica.

Manovra 2020. No all'aumento dell’Iva

Il lavoro più arduo a cui sta lavorando il Governo è quello di evitare a tutti i costi, dal 2020, l’aumento delle aliquote Iva dal 10 al 13% e dal 22 al 25,2%.

La variazione, infatti, avrebbe notevoli ripercussioni sui bilanci delle famiglie, che sarebbero costrette a ridurre i consumi, con conseguente compressione della domanda interna.

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