Mandato di arresto con esecuzione in Italia. Pena da adeguare al sistema
Pubblicato il 20 maggio 2014
I giudici di Cassazione, con la
sentenza n. 20527 del 19 maggio 2014, si sono pronunciati in materia di mandato d'arresto europeo, nei casi in cui la Corte d'appello disponga, ai sensi dell'articolo 18, comma primo, lett. r), Legge n. 69/2005, che la
pena detentiva inflitta dallo Stato di emissione sia eseguita in Italia.
Principio di conformità al diritto interno
La Corte ha, in particolare, ricordato il principio della conformità al diritto interno che impone
l'esecuzione dello stesso tipo di pena prevista per il reato in Italia.
Così, in caso di incompatibilità della natura e della durata delle pene previste nei due ordinamenti, la Corte d'appello deve procedere agli
adattamenti necessari, applicando i principi fissati in tema di
reciproco riconoscimento delle sentenze penali che irrogano pene detentive, ai fini della loro esecuzione nell'Unione europea.
Intervento di adeguamento
In particolare, la durata e la natura della pena o della misura di sicurezza adattate non possono essere inferiori alla pena o alla misura di sicurezza previste dalla legge italiana per reati simili, ma neppure più gravi di quelle applicate dallo Stato di emissione; la pena detentiva e la misura di sicurezza restrittiva della libertà personale non possono essere in ogni caso convertite in sanzione pecuniaria.