Malfunzionamento PCT. Gli avvocati scrivono al Guardasigilli

Pubblicato il 18 novembre 2020

Nei giorni scorsi – segnatamente, il 10 e 11 novembre 2020 – è stata comunicata, sul Portale dei Servizi Telematici, un’urgente interruzione dei servizi telematici del settore civile per necessarie ed indifferibili attività manutentive.

Prontamente, l’Organismo Congressuale Forense aveva scritto al Direttore della DGSIA (Direzione Generale per i Sistemi Informativi Automatizzati), segnalando l'assoluta e imprescindibile opportunità di prevedere una pronta ed efficace "riprotezione" dei depositi effettuati dagli avvocati ed eventualmente non andati a buon fine durante il periodo di malfunzionamento.

E ciò, “al fine di evitare che le conseguenze del disservizio comportino effetti pregiudizievoli per gli Avvocati e per le parti”.

OCF al Guardasigilli: gli avvocati siano rimessi in termini

Il 16 novembre, tuttavia, nonostante la pubblicazione di un avviso circa l’imminente riattivazione dei sistemi, in alcuni distretti interessati dal malfunzionamento - Bari, Lecce, Salerno, Campobasso, Potenza, Catanzaro e Reggio Calabria - si sono continuati a registrare diversi casi di impossibilità di accesso ai sistemi.

Per questo motivo l’OCF, con missiva del 16 novembre, ha reiterato la segnalazione al Direttore della DGSIA e al Guardasigilli, Alfonso Bonafede, rinnovando le preoccupazioni degli avvocati in ordine alle gravi conseguenze derivanti dall’incertezza sulla regolarità dei depositi e dall’impossibilità di accedere ai fascicoli per prendere visione dei documenti e dei verbali di causa necessari alla predisposizione degli atti difensivi.

Nella lettera, l’Organismo di rappresentanza politica dell’Avvocatura ha sottolineato come il protrarsi del disservizio per diversi giorni e la pervasività della disfunzione abbiano impedito agli avvocati difensori delle parti di visionare fascicoli e di avere contezza circa il buon esito dei depositi di atti e documenti in scadenza nei giorni scorsi.

Per questo motivo è stata sollecitata l’adozione di necessari e urgentissimi provvedimenti per consentire agli avvocati di essere rimessi in termini relativamente agli adempimenti ricadenti nel periodo del malfunzionamento.

CNF: proroga dei termini di decadenza per mancato funzionamento degli uffici

E una richiesta di analogo tenore è stata avanzata anche dal Consiglio Nazionale Forense per tramite di ulteriore missiva indirizzata al ministro Bonafede.

In CNF, in particolare, ha chiesto l'immediata attivazione della procedura prevista dal D. Lgs. n. 437/1948, relativa alla proroga dei termini di decadenza in conseguenza del mancato funzionamento degli uffici giudiziari, da disporre con decreto del ministero della Giustizia.

Secondo il Consiglio, i gravi disservizi del dominio causati da necessarie e indifferibili attività manutentive presso la sala server nazionale di Napoli, rischiano di comportare “conseguenze irreversibili sulla tutela dei diritti dei cittadini e delle aree interessate”.

Sulla stessa linea anche l’Unione delle Camere Civili, secondo cui “non serve non benevolenza, ma un provvedimento normativo che consenta la sospensione di tutti i termini, sia ora che in futuro, mediante una procedura agile ed immediata, oggi che tutto dipende dal Pct”.

E' quanto si legge in una nota pubblicata sul sito degli avvocati civilisti dell'UNCC il 17 novembre.

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