Malattie professionali per Covid, richiesta la sospensione di 30 giorni

Pubblicato il 26 novembre 2020

Presentato emendamento al cd. “Decreto Ristori” per quanto riguarda la malattia professionale conclamata da Covid-19. Il testo dell’emendamento, in sostanza, prevede la sospensione per 30 giorni dei termini per gli adempimenti tributari, previdenziali e assistenziali, nonché per il compimento di qualsiasi atto dei procedimenti civili, penali, amministrativi, contabili e tributari, che scadono nei 30 giorni successivi all’inizio di una malattia conclamata da Coronavirus o di una quarantena fiduciaria o di un isolamento obbligatorio, sia per quanto riguarda il professionista sia per quanto di interesse dei suoi clienti.

La richiesta giunge a seguito della nota n. 360117 del 23 novembre 2020 della Divisione Contribuenti dell’Agenzia delle Entrate, che nega la causa di forza maggiore per quei contribuenti che non possono far fronte agli adempimenti fiscali per la quarantena dello studio professionale di cui sono clienti.

Malattie professionali per Covid, la richiesta del CNDCEC

A comunicare la presentazione dell’emendamento è il CNDCEC, con l’informativa n. 148 del 25 novembre 2020, che evidenzia l’esigenza urgente di tutelare in modo sistematico, quanto meno nel periodo di pandemia, lo svolgimento delle attività professionali, anche nell’interesse dei destinatari di tali attività, evitando al contrario una considerazione caso per caso di ogni situazione, con la conseguente totale incertezza e disomogeneità di trattamento dei professionisti sul territorio nazionale e la nascita di inevitabili contenziosi.

I Dottori Commercialisti spingono dunque per fornire nell’immediato tutele ai professionisti nell’emergenza pandemica, ma ricordano anche che in un’audizione parlamentare dello scorso 6 novembre la categoria aveva già chiesto “una proposta seria e di riforma strutturale volta a valorizzare, ai fini dell’ottenimento di differimenti automatici dei termini in scadenza per la presentazione delle dichiarazioni fiscali, il diritto dei professionisti a sospendere l’attività lavorativa per situazioni di grave malattia, senza che da ciò possa discendere danno per i contribuenti che assistono, né per i professionisti medesimi, in termini di perdita della clientela per temporanea impossibilità di provvedere agli adempimenti di trasmissione telematica delle dichiarazioni fiscali”.

I Dottori Commercialisti, infine, sottolineano come “sia prioritario sostenere nell’immediato l’emendamento Conzatti-Comincini e, per una soluzione a regime del problema, il Disegno di legge sulla malattia e infortunio del professionista, primo firmatario il Senatore Andrea de Bertoldi”.

Malattie professionali per Covid, la voce dell’ADC

Secondo la Giunta dell’ADC, l’Agenzia delle Entrate ha “diviso i malati di Covid in contagiati di serie A e di serie B. E noi Commercialisti, ovviamente, militiamo in serie B. Non ci è concesso nemmeno contrarre il virus o restare segregati i casi in quarantena fiduciaria”.

Il Consiglio direttivo dei AIDC sottolinea che “il concetto di forza maggiore non è statico, ma rappresenta l’impossibilità di svolgere una normale attività per impedimenti gravissimi, sicuramente indipendenti dalla volontà del soggetto, ma certificabili e documentabili in modo oggettivo.

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