I magistrati onorari hanno proclamato un nuovo sciopero che si terrà nei giorni dal 19 al 22 gennaio 2021.
L’iniziativa si sostanzierà nell’astensione dei Giudici onorari di pace e dei Vice procuratori onorari dalle udienze civili e penali e dalle altre attività d’istituto.
E’ quanto si legge nella lettera di proclamazione dell’astensione della Consulta della magistratura onoraria, per delega dei Presidenti delle Associazioni di Consulta A.G.O.T., A.N.G.D.P., CONF.GDP, FEDER.MOT., U.N.A.G.I.P.A., U.N.I.M.O., con l’adesione di Asso.G.O.T., Coordinamento Magistratura Giustizia di Pace e M.A.GI.P. e, in proprio, a firma della Presidente UNAGIPA, Mariaflora Di Giovanni.
Il motivo è "l’assordante silenzio" del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, alle legittime rivendicazioni della categoria.
I giudici onorari fanno presente come la precedente procedura di raffreddamento, attivata con lettera del 1° dicembre 2020, sia rimasta priva di riscontro.
Nella missiva, vengono rilevate le “devastanti conseguenze nella vita di 5000 servitori dello Stato e delle loro famiglie, rimasti privi di reddito e privi di adeguati indennizzi”, a causa dell’assenza di tutele assistenziali e delle modalità di retribuzione a cottimo e “in ragione delle sospensioni ex lege e della costrizione delle attività, in uno con lunghi periodi di malattia e quarantene” durante la situazione emergenziale da Coronavirus.
I giudici onorari – si legge ancora nella nota del 4 gennaio 2021 - hanno altresì subito “pulciose decurtazioni del ricchissimo paniere indennitario di maggio, vedendosi sottratte, al centesimo, dai 600€ d’indennizzo previsti, le somme per le giornate lavorative prestate nell’ambito delle suddette attività improcrastinabili, dopo aver messo a repentaglio la salute propria e dei propri cari”.
Le Istituzioni, nella lettera di raffreddamento, erano state stimolate a raccogliere l’invito “ad una solerte composizione di una vertenza tanto antica quanto ormai matura e pronta a una rapida definizione”.
I magistrati - conclude la Consulta - "precari e invisibili non sono mai stati ritenuti meritevoli neppure di ascolto e confronto, in aperta lesione non solo degli elementari diritti giuslavoristici di ogni Stato democratico, ma anche dell’onorabilità della funzione svolta".
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