Lo status di Rom non esclude la riparazione

Pubblicato il 10 luglio 2008 La quarta sezione penale della Corte di Cassazione ha stabilito che lo status di capofamiglia di una comunità nomade non esclude l’ammissione alla riparazione per ingiusta detenzione (sentenza n. 27517/08). Nel caso di specie i giudici della Corte di Appello avevano respinto la richiesta di riparazione avanzata dal capo nomade, arrestato per tentato omicidio e minaccia nell’ambito di una faida tra famiglie Rom, in quanto “non può ritenersi estraneo alle attività illecite dei congiunti, come avrebbe dimostrato anche con il suo successivo attivarsi per il risarcimento danni e la pacificazione delle famiglie”. Secondo la Corte, invece, vi è stata falsa applicazione dell’art. 314 c.p.p., in quanto viene “individuata la colpa grave del cautelato che assume di aver subito ingiusta detenzione, colpa ostativa allo stesso sorgere del diritto a riparazione, non in una condotta endoprocessuale o extraprocessuale dell’imputato, non in suoi comportamenti omissivi che abbiano finito con il determinare l’autorità procedente ad applicare la misura cautelare sulla base di una rappresentazione errata cagionata dallo stesso imputato, ma sulla condizione esistenziale di costui ad essere capofamiglia di un gruppo di cultura nomade”.
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