L’iter a tappe della Manovra

Pubblicato il 30 maggio 2010 Dopo l’approvazione con riserva del Consiglio dei ministri il decreto legge che reca la manovra correttiva ha subito delle limature prima di essere sottoposto alla firma del presidente della Repubblica. Il 29 maggio 2010 il decreto con la "bollinatura" della Ragioneria è stato trasmesso al Quirinale per l'emanazione. Il presidente della Repubblica ha posto una serie di osservazioni su “delimitati aspetti di sostenibilità giuridica e istituzionale del provvedimento” che hanno trovato già la risposta del Governo che ha l’obiettivo di mettere il Presidente della Repubbblica nelle condizioni di fare le sue valutazioni sul testo accelerare la firma del decreto, per la pubblicazione in “Gazzetta” entro il 31 maggio 2010.

Ne è conseguito lo sdoppiamento della manovra:

- il decreto legge conterà le misure portanti della manovra con effetti immediati di cassa, ossia per garantire il gettito;

- uno o più disegni di legge conterranno le norme con le disposizioni a carattere “prevalentemente ordinamentale”.

Tra le misure che hanno pesato maggiormente sulla dicotomia del testo la più controversa è la soppressione di alcune province. Con la divisione della Manovra viene di fatto stralciato dal decreto il provvedimento di soppressione di 10 province. La disposizione potrebbe trovare spazio nel disegno di legge di riforma delle autonomie locali.

Delle misure già applicabili si ricorda che il nuovo redditometro (basato sul principio che le spese effettuate dal contribuente si intendono sostenute con redditi conseguiti nello stesso anno, fatta salva la prova contraria) debutterà già in Unico 2010, poiché, sebbene bisognerà aspettare il decreto attuativo, servirà a fare l'esame di tutti i redditi per i quali non sono ancora scaduti i termini di presentazione della dichiarazione. A preoccupare le categorie interessate è la coesistenza anche del redditometro vecchio stile, slegato dagli indici statistici e anche da parametri uniformi che finora erano stati fissati per decreto: è presumibile il rischio che l'assenza di criteri ufficiali lasci mano libera sull'accertamento da parte del Fisco.

Intanto, dal ministro del Lavoro, Sacconi, è stato diffuso il regolamento di attuazione della riforma contenuta dalla legge 102/2009. Per legare l'età pensionabile all'aspettativa di vita certificata dall'Istat è previsto che l'Inps a partire dal 2014 comincerà a comunicare le variazioni in mesi dei requisiti minimi dell'età di pensionamento per uomini e donne, lavoratori dipendenti e autonomi. Si prevede che le nuove regole porteranno, a decorrere dal 2015, la riduzione della spesa previdenziale di 200 milioni l'anno per poi calare fino a 1,6 miliardi nel 2020. Il ministro dell'Economia ha firmato tale regolamento con la novità che gli adeguamenti verranno calcolati già a partire da quest'anno sulle pensioni future. La misura assieme alla previsione della finestra mobile per le pensioni che verranno assegnate dal prossimo anno (dopo la maturazione dei requisiti, è disposto un posticipo di 12 mesi del momento del ritiro effettivo per i dipendenti e di 18 mesi per gli autonomi), consolida ulteriormente l'andamento della spesa previdenziale annua.
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