Nel 2025, in Italia, il limite per i pagamenti in contanti resta fissato a 5.000 euro, come stabilito dalla Legge di Bilancio 2025. Questa disposizione non introduce novità, ma rappresenta una conferma delle regole già in vigore nel 2024, proseguendo nel solco delle politiche di controllo e tracciabilità dei flussi finanziari.
Pertanto, dal 1° gennaio 2025 è possibile effettuare pagamenti in contanti fino a 4.999,99 euro, mentre anche solo un centesimo in più renderà obbligatorio il ricorso a strumenti di pagamento tracciabili. Questa soglia non riguarda solo le transazioni tra privati, ma interessa anche commercianti, imprese e liberi professionisti, imponendo maggiore attenzione nell'uso del denaro liquido.
Tale restrizione ha due obiettivi principali:
Il denaro contante, pur rimanendo un mezzo di pagamento legittimo, è infatti più difficile da monitorare rispetto ai pagamenti elettronici, rendendo necessaria una regolamentazione rigorosa per garantire la trasparenza e la legalità delle transazioni economiche.
Nelle prossime sezioni verranno analizzati i dettagli delle normative vigenti, le limitazioni all’utilizzo dei contanti per il 2025, le deroghe ammesse e le sanzioni previste in caso di infrazioni.
La regolamentazione dell’uso del contante in Italia si inserisce in un più ampio contesto di armonizzazione normativa a livello europeo. L'Unione Europea ha stabilito un limite massimo di 10.000 euro per i pagamenti in contanti, come previsto dal Regolamento (UE) 2024/1624. Tuttavia, gli Stati membri possono adottare limiti più restrittivi, come avviene in Italia, dove il tetto è fissato a 5.000 euro.
Entro il 10 luglio 2027, tutti i paesi dell’UE dovranno adeguare la propria normativa al nuovo regolamento europeo, comunicando le soglie nazionali alla Banca Centrale Europea (BCE). Sebbene il limite massimo sia di 10.000 euro, i singoli Stati potranno imporre soglie inferiori, ma non superiori.
Il limite di 10.000 euro ha implicazioni anche su altri aspetti della normativa finanziaria e di controllo:
Attualmente le soglie massime di contanti che si possono utilizzare nei diversi Paesi europei sono molto diverse tra loro. Ecco qualche esempio:
L’Italia, con il suo limite più severo di 5.000 euro, ripristinato nel 2023 dopo diverse modifiche legislative, si pone tra i paesi che applicano restrizioni più rigide per garantire un maggiore controllo sui flussi finanziari, prevenire il riciclaggio e incentivare l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili.
Un altro motivo cruciale per limitare i pagamenti in contanti è la promozione della digitalizzazione del Paese e il rafforzamento della trasparenza economica. L’uso di strumenti di pagamento tracciabili, come bonifici, POS, QR Code e altri sistemi elettronici, semplifica l’adempimento delle normative fiscali, migliora il monitoraggio dei flussi di denaro e garantisce maggiore sicurezza.
Nel 2025, il limite massimo per i pagamenti in contanti in Italia resta fissato a 5.000 euro, come previsto dalla Manovra finanziaria. Per importi pari o superiori a questa soglia, è obbligatorio utilizzare strumenti di pagamento tracciabili, come bonifici, carte di credito, assegni non trasferibili o altri metodi elettronici.
Divieto di frazionamento artificioso
La legge vieta di suddividere un pagamento superiore a 5.000 euro in più versamenti inferiori alla soglia per aggirare il limite. Ad esempio, se un bene o un servizio costa 6.000 euro, non è possibile pagare 3.000 euro in contanti oggi e altri 3.000 euro domani per evitare di utilizzare un metodo tracciabile. Se l’importo complessivo dell’operazione supera il limite, l’intero pagamento deve avvenire con strumenti tracciabili.
Tuttavia, il pagamento può essere rateizzato in modo legittimo solo se le singole rate sono realmente distinte nel tempo, ad esempio in un contratto di acquisto con rate mensili o scadenze chiaramente definite.
Pagamenti in contanti per importi inferiori a 5.000 euro
Per importi inferiori alla soglia, il pagamento in contanti è consentito senza restrizioni particolari. Inoltre, esistono due possibilità:
Queste regole garantiscono la trasparenza delle transazioni, impedendo operazioni non tracciabili che potrebbero favorire evasione fiscale e riciclaggio di denaro.
Il tetto massimo per i pagamenti in contanti si applica a tutte le transazioni tra soggetti diversi, inclusi:
Questa normativa ha l'obiettivo di garantire la trasparenza delle operazioni finanziarie, riducendo il rischio di evasione fiscale e riciclaggio di denaro, due fenomeni che il legislatore intende contrastare con strumenti di monitoraggio sempre più efficaci.
Nel 2025, come visto, il limite per i pagamenti in contanti in Italia resta fissato a 5.000 euro, ma sono previste alcune eccezioni. In particolare, gli operatori del commercio al dettaglio e le agenzie di viaggio e turismo possono accettare pagamenti in contanti fino a 15.000 euro per la vendita di beni e servizi a cittadini stranieri non residenti in Italia.
Per usufruire di questa deroga, è necessario che:
Gli esercenti devono rispettare specifici obblighi di tracciabilità e monitoraggio, tra cui la comunicazione all’Agenzia delle Entrate e l’obbligo di versare il denaro ricevuto in contanti su un conto corrente. Inoltre, i pagamenti in contanti superiori a 1.000 euro effettuati a cittadini stranieri devono essere segnalati annualmente all'Agenzia delle Entrate.
Questa deroga favorisce il settore turistico e commerciale, garantendo al contempo un adeguato controllo delle transazioni.
Non rispettare il limite di 5.000 euro nei pagamenti in contanti può comportare conseguenze significative sia per chi effettua il pagamento sia per chi lo riceve. Le autorità fiscali e di controllo, come la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate, monitorano le transazioni per individuare eventuali violazioni, avvalendosi di ispezioni mirate e controlli a campione.
Tra i principali rischi a cui si va incontro vi sono:
Inoltre, in caso di accertamento da parte delle autorità, se viene rilevata un’infrazione, il trasgressore può essere soggetto a:
Il superamento del limite di 5.000 euro nei pagamenti in contanti comporta pesanti sanzioni amministrative, il cui importo varia in proporzione alla gravità della violazione.
Se il destinatario del pagamento è un soggetto obbligato alla segnalazione, come un professionista o un intermediario finanziario, possono essere applicate ulteriori sanzioni comprese tra 3.000 e 15.000 euro per mancata segnalazione delle irregolarità.
Inoltre, per transazioni sospette o di importo elevato, gli istituti bancari e gli intermediari finanziari possono richiedere giustificazioni sui movimenti di denaro. Se ritenuto necessario, l’operazione può essere segnalata all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia per possibili violazioni della normativa antiriciclaggio.
Queste misure non solo disincentivano l’uso del contante per importi elevati, ma rafforzano il sistema di controllo e tracciabilità dei flussi finanziari, riducendo il rischio di evasione fiscale e operazioni illecite.
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