Legge Stabilità 2016. Manovra da 27 miliardi di euro grazie ai tagli

Pubblicato il 15 settembre 2015

Al termine di una lunga riunione, durata più di tre ore, tra il Premier, Matteo Renzi, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ed il sottosegretario alla Presidenza, Claudio De Vincenti, sono arrivate ieri le prime anticipazioni sulla portata della prossima manovra finanziaria.

Lo stesso Presidente del Consiglio ha confermato, poi, in diretta Tv, la dimensione della legge di Stabilità 2016: una manovra espansiva da 27 miliardi che non andrà ad oltrepassare il tetto del deficit/Pil al 3%, mentre sempre dal prossimo anno è prevista anche una discesa del debito. Inoltre, i 27 miliardi stanziati saranno ottenuti solo tramite ai tagli e non ci sarà alcuna tassa che aumenta.

Ma, ciò che il Premier ha tenuto a puntualizzare è che dal prossimo anno “potremo avere uno spazio di deficit dell’1,4%. Significa che abbiamo un certo tot di soldi da spendere, e grazie a Padoan e a tutti noi avremo fino a 17 miliardi di flessibilità. Noi utilizzeremo, e non del tutto, le clausole di flessibilità”.

I buoni margini che si potranno avere sono il frutto della crescita inaspettata di quest'anno, rispetto alle previsioni di primavera, come confermato dall'Istat, che ha annunciato un'espansione nominale acquisita dello 0,7% nel secondo trimestre 2015.

Dunque, visto che le cose vanno meglio di come previsto, già nell'aggiornamento del Def, che si terrà nel prossimo Cdm, la stima di crescita del Paese prevista allo 0,7% nel 2015 verrà alzata allo 0,9% e anche la crescita del 2016 sarà rivista leggermente al rialzo rispetto all’1,4%.

Più tagli e meno tasse

Non ci sarà alcun aumento delle tasse, il Premier difende tutte le promesse fatte: la cancellazione della Tasi e dell'Imu sulla prima casa per tutti oltre che dell’Imu agricola, l'abolizione della tassa sugli imbullonati, l’azzeramento delle clausole di salvaguardia e il varo di una serie di misure a sostegno della crescita, con particolare riguardo per le imprese del Sud, la proroga delle decontribuzioni, per concludere con gli interventi a favore delle fasce più deboli della popolazione

Ma, a partire dal 2017, dovrebbe arrivare una nuova tassa: la cosiddetta “Google tax”.

In assenza di una legge europea, dal 1° gennaio 2017 si prevede l'introduzione di una digital tax che, con meccanismi diversi, dovrebbe andare a tassare quei luoghi in cui sono effettuate transazioni e accordi, dato che, ora, i grandi player dell'economia digitale mondiale hanno un sistema per cui non pagano le tasse nei luoghi in cui fanno i loro business.

Per quanto riguarda i tagli nessun intervento è previsto sulla sanità e gli esodati.

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