Legge elettorale. Depositate le motivazioni della Consulta sulla declaratoria di incostituzionalità

Pubblicato il 15 gennaio 2014 La Corte Costituzionale ha depositato la sentenza n. 1 del 13 gennaio 2014 contenente le motivazioni della già annunciata declaratoria di illegittimità della attuale legge elettorale e, in particolare, delle norme della Legge n. 270/2005 che prevedono l'assegnazione di un premio di maggioranza, sia per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica, alla lista o alla coalizione di liste che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito, almeno, alla Camera, 340 seggi e, al Senato, il 55% dei seggi assegnati a ciascuna Regione, nonché delle norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali “bloccate”, non consentendo all'elettore di esprimere una preferenza.

In particolare - evidenza la Consulta – il premio di maggioranza citato, consentendo ad una lista che abbia ottenuto un numero di voti anche relativamente esiguo di acquisire la maggioranza assoluta dei seggi, risulta portatore di una “eccessiva sovra-rappresentazione della lista di maggioranza relativa''. Per i giudici costituzionali, inoltre, questo sistema potrebbe portare ad una distorsione fra i voti espressi ed l'attribuzione di seggi tale “da comprometterne la compatibilità con il principio di eguaglianza del voto”.

Con la dichiarazione di incostituzionalità citata, la legge elettorale che rimane in vigore è il meccanismo in ragione proporzionale delineato dall'articolo 1 del Dpr n. 361 del 1957 e dall'articolo 1 del Dlgs n. 533 del 1993, depurato dell'attribuzione del premio di maggioranza, in un contesto in cui le norme censurate riguardanti l'espressione del voto “risultano integrate in modo da consentire un voto di preferenza”.
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