Nel testo della prossima legge di Bilancio trova spazio anche una stretta sulle compensazioni, che fa seguito a quanto già previsto dalla Manovra correttiva di primavera.
Nel Disegno di legge, atteso per la prossima settimana in Senato, dunque, anche un freno tecnico per tutte quelle compensazioni che dovessero integrare situazioni di frode o che possano essere ritenute non spettanti.
Inoltre, per quanto riguarda i pagamenti della PA, a partire dal mese di marzo 2018, verrà abbassata da 10mila a 5mila la soglia oltre la quale gli enti pubblici saranno obbligati a verificare con Agenzia delle Entrate-Riscossione la presenza di ruoli prima di liquidare i fornitori.
Il funzionamento di questo meccanismo prevede un ulteriore controllo sugli F24, oltre a quelli già in atto.
In base alle norme attuali, il Fisco effettua controlli preventivi sui modelli F24 in caso di compensazioni di crediti Iva per importi superiori a 5mila euro annui, oppure su alcuni crediti d’imposta per agevolazioni alle imprese nei casi in cui sia previsto dalla legge di riferimento.
Con la nuova modifica prevista nel Ddl, invece, l’Agenzia potrà effettuare una verifica preventiva di tutte le ipotesi che presentino profili di rischio e “congelare” per trenta giorni i modelli F24.
Qualora dai controlli dovesse emergere realmente che il credito sia indebito o non correttamente utilizzato, la delega di pagamento non sarà eseguita e i versamenti e le compensazioni si considereranno non effettuati. L'Agenzia delle Entrate dovrà emanare un provvedimento con il quale stabilire i criteri e le modalità con cui procedere al controllo del corretto utilizzo del credito.
Nelle ultime bozze del Disegno di legge sulla nuova manovra finanziaria trova spazio anche l’equo compenso per i professionisti, anche se con ambito di intervento molto più ristretto rispetto alle prime formulazioni.
Il testo cui si fa riferimento è quello della bozza “Orlando” varata dal CdM, in procinto di essere analizzata dalla Commissione Giustizia della Camera.
Rispetto al disegno di legge presentato dal Presidente delle Commissioni Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, la norma di riferimento attuale mostra una portata molto più ristretta:
al momento, l'intervento è circoscritto alla sola categoria professionale degli avvocati, che risultano gli unici beneficiari della protezione legislativa; mentre, è esclusa anche la Pa sul versante del contraente forte e del consumatore persona fisica.
Dunque, viene rinviata, almeno per il momento, l’idea di un equo compenso come tutela “erga omnes”.
Nell'articolo sull'equo compenso inserto nella legge di Bilancio 2018, dopo una definizione di cosa si intenda per “equo compenso”, ossia comnpenso “proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, nonchè al contenuto e alle caratteristiche della prestazione legale”, vengono indicate anche una serie di clausole considerate vessatorie di default, e cioè fino a prova contraria.
Si tratta, per esempio:
La parte più innovativa della norma è, però, quella che riguarda il capitolo sanzioni.
Si va dalla nullità ex lege delle clausole vessatorie fino alla multa da 258 a 2.065 euro a favore della Cassa delle ammende, oltre al pagamento di una somma equivalente al contributo unificato.
Le reazioni all'introduzione della norma sull'equo compenso nella legge di Bilancio sono state ovviamente discordanti: alla soddisfazione espressa dal presidente del Consiglio nazionale forense, Andrea Mascherin, che ha ritenuto che “questa norma può diventare apripista per un’inversione culturale sul tema, e preparare lo sbarco anche delle altre professioni e degli altri contraenti, penso alla Pa”, si è contrapposta la generale insoddisfazione di quanti lamentano non solo il pericolo di impasse per l’Esecutivo per questioni di “inerenza” con la materia del bilancio statale, ma anche per i grossi limiti che la formulazione stessa della legge ancora presenta.
La questione sull'equo compenso non è rimasta circoscritta alle aule parlamentari, ma trova coinvolti più fronti.
I consulenti del lavoro fanno sapere che la categoria professionale resta impegnata nella battaglia a sostegno della dignità dei professionisti e per ciò ritengono “necessaria” al più presto l'approvazione di una legge. Alla manifestazione indetta dal Cup, per il 30 novembre a Roma, è attesa la partecipazione dei due Presidenti delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato: Cesare Damiano e Maurizio Sacconi, che dibatteranno prorpio sul tema.
Online - sul sito www.change.org - è stata promossa una petizione per l'approvazione di una legge che garantisca un compenso equo per le prestazioni professionali nei rapporti con la pubblica amministrazione. Viene richiesto al Governo di varare con urgenza norme che vietino alla Pa la definizione di bandi, incarichi e affidamenti in deroga ai minimi stabiliti da parametri e tabelle di riferimento. Si è arrivati a oltre 1.100 i firmatari in pochi giorni e tra le firme anche quelle del presidente dell'Associazione nazionale commercialisti, Marco Cuchel, del presidente dell'associazione nazionale dei consulenti tributari, Arvedo Marinelli, della presidente dell'associazione dei freelance, Anna Soru e del presidente del Coordinamento libere associazioni professionali, Emiliana Alessandrucci.
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