Le dimissioni della vendetta

Pubblicato il 02 giugno 2016

L’esposto di Desdemona presenta due peculiarità: la lavoratrice afferma che le proprie dimissioni siano un falso di lapalissiana evidenza e l’ispettore di turno pensa che di inequivocabile ci sia solo la conturbante avvenenza della denunciante!

Così, in barba ai luoghi comuni che dipingono il pubblico apparato disinteressato alle umane vicende, gli ispettori si catapultano in azienda come proiettili, pronti a stringere d’assedio il datore di lavoro.

I funzionari, non appena si trovano al cospetto di Otello, cominciano a percepire che la denunciante suscita in loro le medesime reazioni chimico-fisiche provocate nel dirimpettaio interlocutore e capiscono che qualcosa non quadra: sarà la mentalità ispettiva o, come malignano i detrattori, la causa va individuata nei ventisette ritratti fotografici di Desdemona appesi perimetralmente nella stanza?

“È stata una brava segretaria, non so perché abbia deciso di dimettersi…”, afferma Otello con un impaccio talmente inequivocabile da chiamare nuovamente in causa il maresciallo Jacques de La Palice, colui che quindici minuti prima di morire era ancora in vita.

“Sig. Otello, non menta! – ribattono in sincronia i due ispettori – Le dimissioni sono state inviate da un computer di questa azienda, ce lo conferma l’indirizzo IP, ma quel giorno la sua segretaria non si trovava al lavoro: lei è il principale indiziato!”.

“Tra me e Desdemona c’era il più indagato dei rapporti di lavoro capo-segretaria, ma quando mi ha detto di essere stufa delle mie attenzioni, ho deciso di ‘dimetterla’ utilizzando le credenziali che aveva salvato nel suo account di posta elettronica”, ammette un Otello braccato e sconfitto.

“Tralasciando eventuali altri reati – affermano con un po’ di perfida soddisfazione gli ispettori – lei si è macchiato di accesso abusivo al sistema informatico e ha manipolato le dimissioni di Desdemona. Per ora non ci sarà alcuna sanzione amministrativa, ma ‘solo’ una comunicazione alla Procura della Repubblica!” (D.M. del 15/12/2015; art. 491bis c.p.; art. 26 comma 5 del D.lgs. n. 151/2015).

“Nera vendetta sorgi dal fondo del tuo tetro speco! E tu, amore, rassegna la corona e il trono che occupavi nel mio cuore all’odio più spietato” (Otello, W. Shakespeare)

Le considerazioni espresse sono frutto esclusivo dell’opinione degli autori e non impegnano l’amministrazione di appartenenza

Ogni riferimento a persone esistenti e/o a fatti realmente accaduti è puramente casuale

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