Lavoratori extra Ue distaccati: lo Stato membro in cui sono effettuati i lavori può richiedere il permesso di soggiorno

Pubblicato il 25 giugno 2024

In caso di prestazione transfrontaliera di servizi, lo Stato membro in cui sono effettuati i lavori è legittimato a richiedere il possesso di un permesso di soggiorno individuale per il distacco dei lavoratori extra Ue, dipendenti del datore di lavoro stabilito in un altro Stato membro, se quest’ultimo abbia già rilasciato un permesso di soggiorno temporaneo.

Questo quanto emerge dalla sentenza del 20 giugno 2024, causa C-540/22, con cui la Corte di giustizia europea si è pronunciata in merito al distacco di lavoratori ucraini, effettuato da un'impresa slovacca presso una società olandese per effettuare una missione nel porto di Rotterdam.

Vediamo i termini della questione.

Permesso di soggiorno

Nel caso di specie, un'impresa slovacca ha distaccato lavoratori ucraini, titolari di un permesso di soggiorno temporaneo rilasciato dalle autorità slovacche, presso una società olandese per effettuare una missione nel porto di Rotterdam.

Secondo il diritto dei Paesi Bassi, dopo la scadenza di un periodo di 90 giorni gli ucraini devono anche ottenere un permesso di soggiorno olandese per il quale, tra l’altro, è previsto il pagamento di alcuni oneri.

Il giudice dei Paesi Bassi, investito dei reclami dei lavoratori ucraini, ha deciso di sottoporre alcune questioni pregiudiziali alla Corte di giustizia, chiedendo se la normativa dei Paesi Bassi sia conforme alla libera prestazione dei servizi nell'Unione europea.

NOTA BENE: Con il rinvio pregiudiziale con cui i giudici degli Stati membri possono interpellare la Corte in merito all’interpretazione del diritto dell’Unione o alla validità di un atto dell’Unione non viene risolta la controversia nazionale, anche se la successiva decisione vincola egualmente gli altri giudici nazionali ai quali venga sottoposto un problema simile.

Legittimità della richiesta

La Corte, con la sentenza del 20 giugno 2024, causa C-540/22, ha chiarito che l’obbligo per i prestatori di servizi stabiliti in un altro Stato membro di chiedere un permesso di soggiorno per ciascun lavoratore distaccato cittadino di un Paese terzo, che dimostri la regolarità del distacco, rappresenta una misura atta a realizzare la certezza del diritto di tali lavoratori.

Il permesso attesta infatti la legittimità del loro soggiorno nello Stato membro ospitante.

Inoltre, l’obiettivo relativo alla necessità di controllare che il lavoratore non rappresenti una minaccia per l’ordine pubblico è idoneo a giustificare una restrizione della libera prestazione dei servizi di cui all’articolo 56 del Trattato sul funzionamento della Ue (Tfue).

La Corte ha dunque escluso la violazione dell’articolo 56, confermando che lo Stato membro in cui è svolta la prestazione in regime di distacco transfrontaliero può imporre il rilascio di uno specifico permesso di soggiorno per ciascun lavoratore, decorsi i 3 mesi fissati dalla normativa locale.

Quantificazione degli oneri

Quanto all’importo dei diritti per il permesso di soggiorno, la Corte ha affermato che, in applicazione del principio di proporzionalità, gli stessi debbono corrispondere approssimativamente al costo amministrativo sostenuto per il rilascio del documento.

La sentenza in sintesi
 

Sintesi del caso

Un'impresa slovacca ha distaccato lavoratori ucraini, titolari di un permesso di soggiorno temporaneo rilasciato dalle autorità slovacche, presso una società olandese per una missione nel porto di Rotterdam. La normativa olandese richiede un permesso di soggiorno olandese dopo un periodo di 90 giorni, con relativi oneri.

Questione dibattuta

Se la normativa dei Paesi Bassi che richiede il possesso di un permesso di soggiorno per i lavoratori extra UE distaccati, già in possesso di un permesso rilasciato da un altro Stato membro, sia conforme alla libera prestazione dei servizi nell'Unione Europea.

Soluzione del giudice

La Corte di giustizia europea ha stabilito che l'obbligo per i prestatori di servizi di ottenere un permesso di soggiorno per ciascun lavoratore distaccato, cittadino di un Paese terzo, è legittimo. Tale permesso attesta la regolarità del soggiorno e non viola l'articolo 56 del Trattato sul funzionamento dell'UE (Tfue), purché gli oneri corrispondano ai costi amministrativi.

FAQ

1. Qual è il contesto del caso riguardante i lavoratori ucraini distaccati in Olanda?

Un'impresa slovacca ha distaccato lavoratori ucraini, titolari di un permesso di soggiorno temporaneo rilasciato dalle autorità slovacche, presso una società olandese per una missione nel porto di Rotterdam.

2. Qual è la normativa olandese in materia di permessi di soggiorno per lavoratori extra UE distaccati?

Secondo la normativa dei Paesi Bassi, dopo un periodo di 90 giorni, i lavoratori extra UE devono ottenere un permesso di soggiorno olandese, che comporta il pagamento di alcuni oneri.

3. Qual è stata la questione dibattuta presso la Corte di giustizia europea?

La questione era se la normativa olandese che richiede il possesso di un permesso di soggiorno per i lavoratori extra UE distaccati, già in possesso di un permesso rilasciato da un altro Stato membro, sia conforme alla libera prestazione dei servizi nell'Unione Europea.

4. Qual è stata la decisione della Corte di giustizia europea?

La Corte ha stabilito che l'obbligo di ottenere un permesso di soggiorno per ciascun lavoratore distaccato, cittadino di un Paese terzo, è legittimo. Tale permesso attesta la regolarità del soggiorno nello Stato membro ospitante e non viola l'articolo 56 del Trattato sul funzionamento dell'UE (Tfue), a condizione che gli oneri corrispondano ai costi amministrativi.

5. Perché la Corte ha ritenuto legittima la richiesta del permesso di soggiorno?

La Corte ha ritenuto che la richiesta di un permesso di soggiorno sia una misura atta a garantire la certezza del diritto e la legittimità del soggiorno dei lavoratori distaccati nello Stato membro ospitante. Inoltre, serve a controllare che il lavoratore non rappresenti una minaccia per l'ordine pubblico.

6. Come devono essere quantificati gli oneri per il rilascio del permesso di soggiorno?

Gli oneri devono essere proporzionati e corrispondere approssimativamente al costo amministrativo sostenuto per il rilascio del documento, in applicazione del principio di proporzionalità.

7. Qual è l'impatto della sentenza sugli altri Stati membri dell'UE?

La sentenza vincola tutti i giudici nazionali degli Stati membri che si trovano a decidere su casi simili, stabilendo un precedente giuridico sulla questione del permesso di soggiorno per lavoratori extra UE distaccati.

8. Cosa comporta il rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia europea?

Il rinvio pregiudiziale consente ai giudici nazionali degli Stati membri di chiedere alla Corte di giustizia europea l'interpretazione del diritto dell'Unione o la validità di un atto dell'Unione. La decisione della Corte vincola i giudici nazionali nei casi successivi con questioni simili.

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