È passato al vaglio della Camera un Disegno di legge (il n. 1524) che interessa le “nuove” Casse previdenziali, cioè quelle che sono state istituite con il decreto legislativo n. 103/96 (infermieri, periti industriali, biologi, psicologi, chimici, geologi), ma che si rivolge anche alle “vecchie” Casse (commercialisti, ragionieri).
La mini riforma delle Casse previdenziali, così ribattezzata dallo stesso primo firmatario della proposta, Lo Presti, nella seduta dell'11 maggio, ha ricevuto il plauso generale dell’adunanza (su 500 votanti, un solo voto sfavorevole).
A questo punto, se il disegno di legge passerà anche al Senato, alle Casse di previdenza sarà consentito di aumentare il contributo integrativo a carico del committente fino al 5% e di poterlo destinare al miglioramento degli importi delle prestazioni pensionistiche degli iscritti agli Ordini.
Nel testo del provvedimento n. 1524 si legge quanto segue: “Al fine di migliorare i trattamenti pensionistici degli iscritti alle casse di cui al presente decreto legislativo e a quelle di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, che adottano il sistema di calcolo contributivo è riconosciuta la facoltà di destinare parte del contributo integrativo all'incremento dei montanti individuali, previa delibera degli organismi competenti e secondo le procedure stabilite dalla legislazione vigente e dai rispettivi statuti e regolamenti. Le predette delibere concernenti la modifica della misura del contributo integrativo e i criteri di destinazione dello stesso sono valutate dai ministeri vigilanti sulla base della sostenibilità della gestione complessiva e delle implicazioni in termini di adeguatezza delle prestazioni”.
La novità di quanto riportato sopra consiste nel fatto che il contributo integrativo potrà essere utilizzato con più finalità: per migliorare la sostenibilità ma soprattutto l'adeguatezza delle pensioni. Positive le reazioni al voto della Camera, che è stato definito come “un passo importante verso la sostenibilità”.
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