La duplicazione del compenso deve essere adeguatamente giustificata

Pubblicato il 18 settembre 2009
Le Sezioni unite civili della Cassazione, con la sentenza n. 19400 del 9 settembre 2009, hanno respinto il ricorso presentato da un avvocato contro la decisione con cui il Consiglio nazionale forense aveva irrogato, nei suoi confronti, una sanzione disciplinare per aver chiesto ad un cliente due parcelle per due ricorsi identici, uno dei quali era stato firmato da un codifensore, coniuge dell 'avvocato stesso. In particolare, il legale è stato sanzionato per non aver giustificato la duplicazione del compenso in presenza di un'apparente medesima attività del codifensore. Secondo il Collegio, era stata correttamente stigmatizzata, dal giudice di merito, “la scorrettezza della condotta dell'avvocato sotto il profilo della deontologia professionale in punto di mancata comunicazione al cliente di tutti i necessari elementi in ordine all'attività svolta, onde quegli potesse serenamente escludere una duplicazione di compensi attesa la particolare relazione esistente con il co-difensore, la cui attività legittimamente appariva sostanzialmente uguale”.
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