Con i nuovi indici Isa, diversamente dagli studi di settore i quali fornivano un risultato in termini di congruità, coerenza e normalità, il contribuente viene valutato in base ad una serie di valori sulla sua “affidabilità” fiscale e non sulla sua “congruità”, con l’attribuzione di un voto da 1 a 10.
La normativa, comunque, prevede la possibilità di indicare ulteriori componenti positivi (attraverso un adeguamento), che non risultano dalle scritture contabili, rilevanti per la determinazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi, nonché ai fini Irap e Iva, per “migliorare” il proprio profilo di affidabilità ed eventualmente per accedere al regime premiale. Confermata ormai definitivamente l’applicazione degli indici per il periodo d’imposta 2018, restano ancora tante le perplessità su uno strumento che ancora, in molti casi, risulta inattendibile in termini di risultato.
La nascita degli Isa è stata vista come una svolta per il rapporto fisco-contribuente, ma già dalla prime settimane, in cui è stato rilasciato il software applicativo (“il tuo ISA”), sono emerse le prime difficoltà, con il risultato che non sono pochi i casi di contribuenti, in passato sempre congrui e coerenti per gli studi di settore, che si sono ritrovati con voti Isa bassissimi o comunque insufficienti.
Le problematiche applicative di tale strumento, sono confermate anche dai diversi interventi dell’Agenzia delle Entrate, intervenuta con correzioni di diversi indicatori e nuovi rilasci del software applicativo, anche in date molto vicine alla scadenza del versamento, in barba ai principi contenuti nello Statuto dei contribuenti.
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