Il resoconto del primo sit-in dei sindacati dei commercialisti, davanti alla sede del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nell’ambito dello sciopero messo in atto per la "questione Isa", è nel comunicato stampa congiunto Adc, Anc, Sic e Unico del 1° ottobre 2019.
Marco Cuchel, Presidente Anc, ha dichiarato: “C’è bisogno che le regole vengano rispettate da tutti i giocatori. Non ci fa paura la complessità, anche se una semplificazione gioverebbe a tutto il sistema, ma ormai ci siamo abituati. Ci fa paura, invece, l’improvvisazione e l’incertezza”.
Il successo del presidio sta nell’impegno del Ministero ad istituire un tavolo tecnico con i commercialisti sul tema dello sciopero.
Un primo risultato: il viceministro Mef, Misiani, in queste ore incontrerà il presidente Cndcec, Miani.
Spiega il comunicato che: “L’iniziativa ha preso il via alle ore 11:00 e ha visto la presenza di circa 200 persone, tra le quali i quadri delle quattro sigle sindacali, rappresentanti degli ordini territoriali e del Consiglio Nazionale, come anche singoli professionisti decisi ad unirsi alla protesta”.
Durante il confronto con alcuni parlamentari, è stata annunciata l’apertura del Mef all’incontro avvenuto nel pomeriggio con il sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, che, pur riconoscendo che lo strumento degli Isa presenta ancora diverse criticità, ha comunicato l’impossibilità di dare seguito alla disapplicazione per l’anno 2018.
Il sottosegretario Baretta ha annunciato l’apertura, a breve, di un tavolo tecnico "finalizzato ad un’interlocuzione con le associazioni allo scopo di rendere lo strumento Isa adeguato e pienamente efficace".
Le associazioni hanno manifestato al sottosegretario il disagio della categoria e le istanze che hanno determinato l’astensione collettiva: oltre ad un concreto impegno sugli Isa, è stato chiesto il rispetto delle regole e dello Statuto del Contribuente, quale principio elementare per la costruzione del rapporto di fiducia tra cittadino e Stato.
Adc e Anc hanno presentato al sottosegretario la loro proposta per rimediare alle situazioni di insufficienza: un adeguamento spontaneo, per chi vuole raggiungere la sufficienza, attraverso il versamento di un’imposta sostitutiva del 15% da applicarsi al 30% del maggiore imponibile che risulta dall’applicazione degli Isa.
Il maggior imponibile non dovrà influire a livello previdenziale, incidere sul volume d’affari ai fini Iva o sui ricavi ai fini del reddito.
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