Infedeltà patrimoniale assorbita nella bancarotta fraudolenta? Sequestro revocato
Pubblicato il 07 maggio 2015
Con
sentenza n. 18775 del 6 maggio 2015, la Corte di cassazione ha rigettato il ricorso con cui il Pubblico ministero si era opposto all'ordinanza del Tribunale del riesame di Roma di conferma del
dissequestro operato nel procedimento a carico di due imputati per il reato, fra gli altri, di
bancarotta fraudolenta impropria.
Il Gup, prima, e il Tribunale della libertà, poi, avevano provveduto alla
revoca del sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, disposto in relazione all'
originaria imputazione per infedeltà patrimoniale di cui all'articolo 2634 del Codice civile, ritenendo che
fossero venuti meno i presupposti della misura, in quanto, in relazione al
delitto di cui all'articolo 223 della Legge fallimentare, non è previsto lo strumento della confisca per equivalente.
Assunto condiviso dai giudici di legittimità, secondo i quali la
norma sulla confisca per equivalente, prevista per il reato societario assorbito dal citato articolo 223,
non può applicarsi a quest'ultimo, in quanto
reato complesso.
Andava esclusa, ossia, “
l'applicazione alla fattispecie complessa degli effetti normativi applicabili al reato assorbito”, e ciò in ragione del
principio di tassatività e del
divieto di analogia in malam partem in tema di
sanzioni.