A cinque anni dalla riforma costituzionale (revisione dell’articolo 117) che ha suddiviso la potestà legislativa delle Regioni, aumentano le iniziative per responsabilizzare le Autonomie e per radicare una forte “coscienza” dell’importanza di una regolamentazione dei servizi. In alcuni casi, infatti, tutto ciò ha portato a valorizzare le realtà emergenti o comunque “tipiche” del territorio, in altri a destinare finanziamenti ai professionisti (soprattutto quelli iscritti negli Albi) per l’avvio dello Studio o per la formazione continua. Lo scenario che emerge dal dossier dedicato a “Professioni e Regioni” appare, quindi, molto complesso e rappresenta il primo censimento sulle modalità con cui Regioni e Province autonome hanno sfruttato le opportunità offerte dalla revisione del Titolo V della Costituzione. A questo punto, si può quindi dire che proprio nei giorni caldi in cui il Governo sta mettendo mano al progetto di riforma dell’Ordinamento nazionale attraverso un serrato confronto con le categorie, in ambito locale le Regioni si dimostrano sempre più attente al peso dei professionisti nello sviluppo socio-economico. Soprattutto in alcune Regioni (Lombardia, Friuli - Venezia Giulia), le Giunte regionali si sono distinte sia per aver definito una cornice normativa per i diversi profili non tradizionali, sia per aver veicolato una parte dei fondi a propria disposizione a sostegno delle iniziative dei professionisti. Il Dossier del Lunedì tratta ampiamente il problema della formazione continua dei professionisti; dei finanziamenti europei agli Albi; degli aiuti per i giovani e per favorire l’occupazione femminile oltre che le maggiori opportunità offerte alle nuove categorie.
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