Il salario minimo si ottiene con la diffida accertativa
Pubblicato il 07 maggio 2015
Romolo e Remo sono amici di lunga data, come fratelli. C’è grande
affiatamento tra di loro e pure un po’ di rivalità: sembra quasi che
ogni giorno competano per affermare la supremazia dell’uno sull’altro.
Ultimamente, il principale argomento di discussione è il lavoro; per
guadagnarsi da vivere operano entrambi come facchini, ma in due distinte
società cooperative.
Romolo non ha dubbi: “Siamo tutti e due facchini, ma io
percepisco il 20% in più di retribuzione, evidentemente sono più bravo
di te!”. Remo ribatte all’apparenza senza timore e alza la posta: “A me
il capo ha detto che sono sprecato sopra il muletto, dal prossimo anno
mi sposta davanti al computer…”.
Ma Remo non riesce a far finta di niente: quanto
affermato da Romolo sulla differenza di retribuzione si incunea nella
psiche come un tarlo che scava cunicoli nel legno e diventa la più
classica delle intrusioni involontarie, il cosiddetto pensiero
ruminante. Remo decide allora di rivolgersi al Sindacato e chiede se è
possibile che a parità di mansioni vi siano differenze retributive così
marcate.
Il sindacalista gli spiega che il datore di lavoro è libero di scegliere quale contratto collettivo applicare
(Cass. civ. Sez. lavoro, 18/12/2014, n. 26742);
può quindi accadere che vi siano difformità stipendiali anche tra
imprese operanti nello stesso settore merceologico. Però, fornisce a
Remo un elemento che potrebbe cambiare il corso della storia: gli
racconta che la Corte Costituzionale ha stabilito che al socio
lavoratore subordinato si applicano i minimi retributivi previsti dai
contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali
comparativamente più rappresentative
(Corte Cost.,Sentenza n. 51/2015).
Non solo, gli suggerisce di rivolgersi all’Ispettorato del Lavoro
e di denunciare l’accaduto, affinché i funzionari ministeriali adottino
un provvedimento di diffida accertativa che permetta a Remo di
recuperare le differenze retributive non percepite
(Ministero del Lavoro, Circolare n. 7068/2015).
Remo già pregusta il prossimo incontro con Romolo:
ristabilita l’equità sulle retribuzioni, gli rimane pur sempre la
promessa del capo; il prossimo anno si scende dal muletto e si ottiene
una scrivania!