Il punto sulla manovra
Pubblicato il 11 giugno 2010
L’altalena del taglio delle mini-province continua: con un emendamento è, infatti, stata tolta la misura dell'abolizione di quelle sotto i 200mila abitanti.
Abrogata anche la norma che prevedeva che, dopo l’iscrizione a ruolo, l’Inps, l’Inail e gli enti previdenziali e assistenziali in genere, in pendenza di gravame amministrativo, potevano sospendere la cartella esattoriale.
Dunque, aziende e contribuenti non avranno la possibilità di chiedere agli enti citati di sospendere la riscossione con provvedimento motivato notificato al concessionario della riscossione e al contribuente. Si attende dall’Inps una circolare con precisazioni in merito, come l’entrata in vigore a partire dallo scorso 31 maggio 2010.
Il tema scottante delle pensioni delle dipendenti del pubblico impiego si risolve con l'equiparazione dell'età delle pensioni di vecchiaia tra uomini e donne che, successivamente alla sentenza Ue di condanna nei confronti dell'Italia e vari solleciti arrivati da Bruxelles, vede il ministro Maurizio Sacconi annunciare l'innalzamento con uno scalone unico a partire dal 2012, senza fasi intermedie.
Il ministro ha promesso che l'emendamento che sarà inserito nella manovra considererà il diritto delle donne maturato fino al 31 dicembre 2011.
Pertanto, dal 1° gennaio 2012 le dipendenti pubbliche andranno in pensione a 65 anni, esattamente come i colleghi uomini. E’ previsto che i risparmi di spesa derivanti dalla misura confluiranno in un apposito Fondo vincolato per iniziative e azioni positive a favore della famiglia e delle donne (asili nido, politiche di conciliazione e non autosufficienza), come richiesto dal ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna.