Il fallimento blocca gli ispettori

Pubblicato il 16 aprile 2015 L’impresa “Solventi snc di Tracolli Dino & C.” veleggiava ormai da tempo in acque agitate. Difficile invertire la rotta quando il naufragio è alle porte, probabilmente il timone andava virato qualche anno fa. “Non c’è niente di peggio che avere consapevolezza del proprio triste destino e non poter far nulla per evitarlo”, ripeteva spesso l’amministratore dell’impresa di produzione di sostanze chimiche industriali confidandosi con gli altri due soci.

La passione per la vela emergeva in ogni discorso: “In mare aperto lo sconforto ti prende quando ti accorgi che non puoi schivare l’impatto con uno scoglio”. Questa volta, poi, il destino sembra accanirsi in modo beffardo con la società di Dino Tracolli: è stato dichiarato insolvente dopo aver prodotto e commercializzato per una vita i solventi!

Pochi giorni dopo la sentenza del tribunale fallimentare, i lavoratori si presentano in massa all’Ispettorato del Lavoro, denunciando il mancato pagamento delle spettanze economiche maturate nel corso del rapporto lavorativo.

L’attivazione dei funzionari ministeriali è immediata e nel giro di un paio di mesi riescono ad avere il quadro completo della situazione sotto mano. C’è poco da discutere: bisogna adottare le diffide accertative per i crediti patrimoniali (art. 12 D.lgs. 124/2004) e i correlati provvedimenti sanzionatori.

Ma il Ministero del Lavoro (nota prot. n. 37/0004684 del 19/03/2015) ha di recente chiarito che in caso di fallimento non si può procedere nei confronti dell’impresa, in quanto va rispettata la par condicio creditorum. Agli ispettori non resta che quantificare l’ammontare del credito vantato dai lavoratori e l’importo relativo ai provvedimenti sanzionatori, al fine di permettere all’amministrazione di appartenenza di insinuarsi al passivo.

E Dino Tracolli, che fine ha fatto? In queste situazioni è facile cedere al pessimismo e meditare comportamenti distruttivi. Dino fortunatamente si ricorda quando parecchi anni prima ascoltava con il proprio figlio un’intervista di Michael Jordan, il grande cestista che il primogenito cercava invano di emulare: “Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto”.
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